Su STSD
questa settimana i nomi grossi abbondano. Due giorni fa abbiamo dedicato uno
speciale a Smokey Robinson, oggi tocca ad un'altra figura importantissima che,
se non propriamente soul, ha dato alla musica afro-americana uno slancio ed una
notorietà mai visti primi. Il suo nome è Eunice Kathleen Waymon, meglio nota
come Nina Simone. Oggi avrebbe compiuto 80 anni se 10 anni fa un cancro non se
la fosse portata via. La sua eredità musicale consiste in qualcosa come 40
album pubblicati dalla fine degli anni ’50 fino alla morte, un lavoro immenso
se si considera che spesso nel corso di quattro decenni si è ritirata a vita
privata facendo perdere le proprie tracce.
Nina Simone |
Molti dei suoi brani sono diventati
degli standard del jazz e del blues, i generi che al meglio le hanno dato la
possibilità di esprimersi. Il talento innato e la sua forte personalità hanno
fatto si che si imponesse come una figura centrale del movimento per i diritti
civili degli afro-americani, del quale è stata simpatizzante attiva sin dalla
sua nascita alla fine degli anni ’50 e amica di personaggi del calibro di
Malcom X e Martin Luther King. Alcuni suoi brani ne sono diventati veri e
propri inni, come ad esempio “Mississippi goddam”.
La sua passione politica l’ha poi portata ad abbandonare gli Stati Uniti in
polemica con un governo che, a suo avviso, poco faceva per migliorare la
situazione dei neri d’America, iniziando un periodo che l’ha vista spostarsi in
giro per mezzo mondo.
Musicalmente
la sua carriera può essere divisa in tre periodi, anche se durante tutta la sua
vita ha lavorato con un’infinità di case discografiche. Schematicamente, dall’esordio
alla fine degli anni ’50 con “I love you Porgy” seguirà il periodo con la
Phillips, forse la sua collaborazione più stabile. Di questi anni sono i suoi
successi maggiori come “Don't Let Me Be Misunderstood”,”
I Put a Spell on You”, “Sinnerman” e “Feeling Good”,
alla quale si aggiungono spesso brani minori dalla temperatura più soul come “A monster”. Seguirà un contratto con
la Rca che darà alle stampe brani come “Ain't Got No, I Got Life" e “To be young, gifted and black”.
La ricorderemo
sempre per i suoi live carichi di pathos ed energia, una modalità di
espressione diretta e senza filtri da lei sempre apprezzata e spesso utilizzata
per registrare i suoi album. Dall’album “’Nuff said” vi facciamo ascoltare “Why? (The king of love is dead)" dedicata all’amico M. Luther King dopo che venne ucciso nel 1968.
Una figura
immensa ed importantissima della musica, della cultura e della politica, forse
troppo ingombrante per uno spazio come il nostro. Noi ce lo facciamo bastare e
speriamo basti anche a voi.
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