31 gennaio 2013

Se volessimo dare un titolo al post di oggi sarebbe: Black in white!
Sarà un caso ma i tre personaggi di oggi oltre ad aver in comune la data di nascita, caso non da poco, hanno dalla loro una certa propensione alla Black Music, nonostante siano tutti bianchissimi!
Harry Wayne "K.C." Casey
Cominciamo dal più importante: Harry Wayne Casey, meglio conosciuto come K.C., proprio quel K.C. della Sunshine Band, compie oggi 62 anni. Oltre ad essere il fondatore della band, che prende il nome dal suo stato, la Florida, the Sunshine State, ha ottenuto i suoi primi grandi successi come scrittore di brani, in particolare per George McRae, Betty Wright e Jimmy "Bo" Horne. Appunto per George scrive "Rock your baby" che diventa il suo primo successo nel 1974. Nel 1973 prova a lanciare la Sunshine Band con un 45 giri, da un lato "Blow your whistle" e dall'altro la più riuscita "Sound your funky horn" che non ottengono un grosso successo, ci riprovano nel 1974 con  "Queen of clubs", ma ci riescono solo nell'Inghilterra, è dal 1975 con "Get down tonight" che la K.C. & the Sunshine Band diventa inarrestabile, pubblicando una hit dopo l'altra.
Nasce nel 1948 invece Paul Jabara, attore, cantante, scrittore. Vicino a Diana Ross per il pezzo "Work that body" e a Donna Summer per aver scritto "Last Dance", per la colonna sonora del film "Thank God it's friday" del quale è stato anche attore. Personaggio poliedrico e interessante, ha scritto brani per Barbra Streisand, Weather Girls ed è stato nel cast originale di "Hair" e "Jesus Christ Superstar". Muore per AIDS il 29 settembre 1992.
Terry Kath
Chiudiamo con il chitarrista Terry Kath, nato nel 1946 e deceduto in maniera rocambolesca, "giocando" con la sua pistola puntata alle tempie, il 23 gennaio 1978. Membro fondatore della band dei Chicago, chitarrista innovativo che ha dato un contributo fondamentale alla band, come lo si può notare già nel pezzo d'apertura del loro primo album "Introduction", definito il capolavoro di Terry. 
Tanti i pezzi in cui si distingue al punto da far uscire nel 1997 una raccolta con il nome "Chicago Presents The Innovative Guitar of Terry Kath".





30 gennaio 2013


Jody Watley
La storia della musica è ricca di personaggi che vengono considerati minori dal grande pubblico. Scavando però poi nella vita artistica e privata ci si accorge che tanti altri personaggi considerati maggiori non avrebbero potuto distinguersi grazie ai personaggi minori. Il personaggio di oggi fa al caso nostro. Jody Watley compie oggi 59 anni. Voce degli Shalamar prima e solista poi, ha firmato numerosi successi entrati in tutte le classifiche. La sua carriera solista appartiene principalmente agli anni 80, dove, insieme a Madonna e Janet Jackson domina le classifiche pop, anche in duetti spropositati con Erik B & Rakim, "Friends" . Tornando però all'epoca del programma Soul Train prima e agli Shalamar dopo ci accorgiamo delle vere doti canore di Jody. Era considerata già all'epoca una delle migliori voci disco-funk. La concorrenza nella metà e nella fine degli anni '70 era spietata, ma Jody dimostrava già grande padronanza. Basta ascoltare "Full of fire"  e "Uptown festival".
Negli anni '90 arriva la svolta commerciale posando e cantando per delle compagnie di moda. Il suo ultimo lavoro è del 2006. La critica è dalla sua parte, i suoi estimatori anche. In "Borderline" la ricerca di suoni più "maturi" evidentemente hanno portato i loro frutti. Nel 2012 ha cominciato a lavorare per un progetto gospel che , le cronache dicono, la portetanno anche in Italia alla fine di quest'anno. Attenderemo.
La data di oggi è comunque una data da ricordare per vari album e brani pubblicati.
Nel 1961 entravano al numero 1 delle chart americane The Shirelles' con "Will You Still Love Me Tomorrow" , mentre veniva rilasciato nel 1971 "Me and Bobby McGee" di Janis Joplin.



                          

29 gennaio 2013


Reggae e Black Music sono figli dello stesso padre, il Rhythm and Blues. Oggi abbiamo l’occasione di parlarne per ricordare due artisti fondamentali per l’evoluzione e il successo dei loro rispettivi generi. Loro sono il giamaicano Leroy Sibbles e l’americano James Jamerson, entrambi nati oggi.
Sibbles, nato nel 1949, è unanimemente considerato uno dei padri fondatori della musica reggae così come la conosciamo noi oggi. 
Leroy Sibbles
Negli anni ’60 e ’70 è stato il leader e voce del gruppo rocksteady The Heptones, con in quale ha registrato una marea di singoli diventati veri e propri inni di una generazione innamorata dei ritmi in levare. Tra i classici del genere ricordiamo "Fattie Fattie", "Got to Fight On (To the Top)", "Party Time" e "Get in the Groove" . Oltre al lavoro con i The Heptones (che lascerà nel 1977), Sibbles ha apportato un contributo grandissimo all’evoluzione della musica giamaicana attraverso il lavoro fatto alla Studio One al fianco di Coxsone Dodd. Per l’etichetta ha scritto canzoni, musiche, suonato il basso, prodotto brani altrui. Un’istituzione che onoriamo con uno dei suoi brani solisti più conosciuti e danzerecci, la cover del brano di Charles Wright & the Watts 103rd Street Rhythm Band, “Express Yourself”.
James Jamerson deve invece la sua fama allo strumento a quattro corde. Nato nel South Carolina nel 1938 (morirà nel 1983 a causa di un arresto cardiaco), verrà scoperto da Berry Gordy che lo ingaggerà come session man alla Motown. 
James Jamerson
Jamerson entra così a far parte della storica in-house band della Motor City, i The Funk Brothers. Il suo modo innovativo e originale nel suonare lo strumento faranno di lui uno dei bassisti più influenti dell’epoca. Ha suonato praticamente tutti i classici registrati dall’etichetta di Gordy prima che questi la trasferisse a Los Angeles, con percentuali che sfiorano il 95% dei singoli prodotti tra il 1962 e il 1968. Si dice che Marvin Gaye, all’epoca delle registrazioni di “Let’s get in on”, avesse dovuto girare i bar di mezza Detroit per trovare l’unico bassista di cui si fidava (Jamerson aveva problemi con l’alcool). La linea di basso del brano è l’esempio più classico di come Jamerson sia riuscito a conferire ad uno strumento secondario come il basso una centralità mai avuta prima. Il funk gliene sarà sempre grato… 



28 gennaio 2013

King Tubby
Se pensate ad un personaggio che sia l'antesignano della musica elettronica e dance, a chi ha inventato il concetto di remix, dove lo collochereste e chi pensereste? Vi sembrerà strano ma dovrete collocarlo in Jamaica ed il suo nome è King Tubby! Non finisce qui, il signor Osbourne Ruddock (questo il suo vero nome) è anche l'inventore della musica Dub e di tutto ciò che ne consegue. Nato nel 1941 a Kingston, muore nella sua stessa città il 6 febbraio del 1989 in un assassinio che non ha ancora trovato le reali cause, probabilmente fu ucciso per motivi politici. Si fa coincidere la nascita della musica Dub con il pezzo "Psalms of Dub" del 1971, ma il King già sperimentava le sue creazioni a partire dal 1968, tantissime le collaborazioni e gli artisti che hanno lavorato con lui, tra i lavori meglio riusciti citiamo quelli con la melodica di Augustus Pablo, come l'album "King Tubby meets Rockers Uptown" con la title track che è definita come il miglior esempio di Dub in assoluto, o la rivista Mojo che la mette al terzo posto come la miglior canzone mai registrata. 
Dj Muggs
Spostandoci nel 28 gennaio di qualche anno dopo, precisamente nel 1968, troviamo due nascite illustri del panorama Hip-Hop, quella di Rakim e quella di Dj Muggs, entrambi compiono oggi 45 anni, il primo è un MC, tra i più influenti, e con Eric B ha confezionato uno degli album più belli della storia dell'hip-hop "Paid in Full", il secondo è il principalmente conosciuto come il dj, nonchè produttore delle basi, dei Cypress Hill, e noi italiani siamo molto legati a Lawrence Muggerud, il suo nome, per le sue origini italiane. Produttore di alcuni tra i classici più noti della musica hip-hop come "Insane in the brain" o "Jump Around" degli House of Pain, ha collaborato anche con U2 e Depeche Mode.


27 gennaio 2013

Elmore James
Se un giorno, uno a caso, vi troverete a parlare in un bar di Chicago o di Memphis con un chitarrista blues ponetegli questa domanda. Secondo te chi è il miglior chitarrista blues della storia? E la migliore voce femminile? La risposta sicuramente andrà d'ccordo con il post di oggi. Vi risponderebbe che il miglior chitarrista è Elmore James e la migliore voce femminile Mahalia Jackson. Hanno il 27 gennaio in comune. Il primo nato nel 1918 e la seconda morta nel 1972. Elmore fu un progressista, insieme all'amico Robert Johnson ha dettato legge nell'esecuzione del blues. E se Robert ha studiato ed impostato le pentatoniche, Elmore, gli ha dato il colpo di classe con lo slide. Non doveva essere stato facile alla fine degli anni 30 convincere i musicisti a suonare con la chitarra accordata in re. Un genio. Dopo di lui numerosi sono i chitarristi che hanno usato la tecnica slide, da Clapton a John Mayall. Numerosi sono i successi che purtroppo gli sono stati letteralemente rubati, grazie ad una legge che non garantiva l'esclusività a nessuno in quegli anni. Perciò, da "It hurst me too" di Tampa Red e "Rollin and Tumbiln" di Muddy Waters venivano erroneamente accreditate a Elmore...ma al contrario "My bleading Heart" eseguita in seguito da Jimi Hendrix così come "The sky is crying" accreditata per un errore a Albert King. Anche James Brown ha usato le sue rime in Sex machine....ascoltate questo e correlatelo, "Shake your money maker".
Elmore James muore a Chicago nel 1963.
Mahalia Jackson
La regina Mahalia Jackson, una delle voci più potenti del ventesimo secolo. Povera di famiglia ha dimostrato all'America bianca una voce che solo i nativi afro-americani possono avere. Immensa ed emozionante la versione di "Motherless Child" e superba la sua versione di un classico, "Amazing grace".
Ci lascia appunto il 27 gennaio del 1972, anche lei a Chicago.
Per onore di cronaca è giusto fare gli auguri a due uomini che hanno dato il tempo a numerosi successi. Il primo è Nick Mason , batterista dei Pink Floyd ed il secondo è Christian Meyer, batterista di Elio e le storie tese.
Un ricordo particolare va a Luigi Tenco che ci ha lasciati prematuramente a 29 anni il 27 gennaio del 1967.

Il pezzo che ci ascoltiamo è Bleading Heart riproposta live da Jimi Hendrix



    

26 gennaio 2013


La città di New Orleans è una terra benedetta per gli amanti della musica nera. Oggi la tiriamo in ballo grazie ai natali che essa ha dato a due personaggi “fondamentali” per l’evoluzione della musica soul. Parliamo oggi di Huey "Piano" Smith e Jean Knight, due artisti apparentemente minori che gli appassionali della soul music sicuramente ricorderanno.
Huey "Piano" Smith
Huey “Piano” Smith, nato nel 1934, è stato un pianista di rhythm and blues tra i più stimati ed influenti della metà degli anni ’50, insieme a Fats Domino e Professor Longhair. Universalmente riconosciuto tra i pionieri del genere, il suo stile fortemente aggressivo ha ammaliato decine e decine di appassionati del primo rock and roll. Ha infatti fatto parte di uno dei primi gruppi di Little Richard, prima di formarne uno tutto suo con il nome di Huey 'Piano' Smith and the Clowns. Con questa formazione ha ottenuto due grossi successi commerciali che gli sono valsi la bellezza di due milioni di copie nel giro di soli due anni. I brani a cui facciamo riferimento sono "Rockin'Pneumonia and the Boogie Woogie Flu Part 1" e  "Don't You JustKnow It". Se avete visto il film “Snatch” di Guy Ritchie quest’ultimo brano non dovrebbe suonarvi nuovo. Quando i ritmi di New Orleans si sono spostati verso il soul e il funk, Smith si è progressivamente defilato dalla scena per poi abbandonare definitivamente l’industria musicale.
Jean Knight
Sono invece 70 gli anni compiuti da Jean Knight, nata Jean Caliste. La sua fama, se così possiamo dire, è legata quasi esclusivamente ad un unico successo, avendo essa registrato in tutta la sua carriera solo quattro singoli e altrettanti album. Il singolo fortunato è “Mr Big Stuff”, un successo del 1971 che è valso alla Knight due milioni di copie vendute ed un primo posto nelle classifiche di r&b, grazie alla sua capacità di riecheggiare i ritmi funk di New Orleans che hanno fatto la fortuna di personaggi come Eddie Bo e Mary Jane Hooper. Prodotto dalla Stax Records, il brano era già stato proposto a svariate etichette che ne avevano rifiutato la produzione per poi giungere a Memphis sulla scia della hit di King Floyd “Groove me”, in quanto entrambi erano stati registrati presso gli studi di Malaco, in Mississippi.
Coxsone Dodd
Doveroso poi ricordare un personaggio, nato nel 1932 in Jamaica e deceduto nel 2004, che è stato il padre della musica reggae. Lui è Coxsone Dodd, produttore discografico e fondatore della leggendaria etichetta Studio One, la "Motown di Kingston". Tra gli artisti che ne hanno fatto parte bastino i nomi di Bob Marley and The Wailers e Jackie Mittoo (l'elenco completo sarebbe lunghissimo). Noi ascoltiamo uno dei primi brani registrati dall'etichetta, "Easy snappin'" di Theophilus Beckford.



25 gennaio 2013

Giorgio Gaber
Quest'oggi vi parliamo di due artisti, distanti tra loro, ma che hanno in comune la data di nascita e una carriera iniziata già da teenager! Il primo è l'italianissimo Giorgio Gaber, nato nel 1939 e deceduto il primo gennaio di 10 anni fa, nato a Milano come Giorgio Gaberscik, dici di dover la sua carriera ad una malattia che l'ha portato a suonare la chitarra, quell'infortunio al braccio che gli procura una lieve paralisi alla mano. A 17 anni entra nei Rock Boys di Adriano Celentano, con Jannacci al pianoforte. Conosce Luigi Tenco e con lui forma il suo primo gruppo con questa stratosferica formazione Jannacci al pianoforte, Tenco e Paolo Tomelleri al sax, Gaber e Gian Franco Reverberi alla chitarra il nome del gruppo è Rocky Mountains Old Times Stompers. Nel 1958 intraprende la carriera solista e appare per la prima volta con il suo nome d'arte Giorgio Gaber su un 45 giri con dal lato A "Ciao ti dirò" e dall'altro "Da te era bello restar", è proprio con il lato A che Gaber, conosciuto come il "Signor G", si aggiudica uno dei primi brani di rock italiano.
Alicia Keys
Ci spostiamo oltreoceano, in particolare nel 1981, anno di nascita di Alicia Augello Cook, non si tradiscono le sue origini italiane, anche se il suo nome d'arte vi farà capire meglio di chi stiamo parlando: Alicia Keys. Inizia prestissimo a suonare il pianoforte, e all'eta di 13 viene notata dall'A&R della Arista Records. A 15 anni pubblica con Jermaine Dupri il suo primo brano "Little drummer girl" e a seguire, nel 1997, per la colonna sonora di Men in Black il suo brano "Dah Dee Dah (Sexy Thing)", in cui non si può non notare lo stile tratto da Erikah Badu. 
Nel 2001 pubblica il suo primo album trainato dal successo di "Fallin", il resto è noto!


24 gennaio 2013

John Belushi
La storia ci insegna che non può esistere il cinema senza la musica, tranne in ovvi casi. Di fatto i due pianeti si sono sempre attratti, sin dai lontani film muti. Numerosi sono poi i personaggi che hanno fatto fortuna con i film propriamente musicali. Prendete ad esempio il film The Blues Brothers del 1980 che ha coinvolto numerosi personaggi, da Aretha Franklin a Ray Charles ad uno spettacolare Cab Calloway , e quindi John Belushi, nato il 24 gennaio del 1949. Di origine albanese ha veramente interpretato e 
 cantato le parti musicali del film.La critica si scagliò talmente tanto contro la produzione che il film raggiunse numeri record sia nei cinema che nel piccolo schermo dopo. In fondo anche i critici sbagliano, sopratutto i critici. La sua carriera comincia tempo prima nei teatri dove ha sempre comunque avuto parti musicali. Ricordiamo ad esempio Saturday NIght Live che scherniva il "duro lavoro" di un altro classico del cinema, Saturday nght fever. SNL fu il primo dei programmi che univa la satira alla musica trasmesso da una televisione nazionale americana. Nel 1978 interpreta un altro grande classico del cinema, Animal House, il primo di una lunga serie di film dedicati alle avventure ludiche dei college americani.
Musicalmente John ha offerto veramente tanto. Tutti conoscerete almeno un brano dei Blues Brothers, fondato proprio da John con l'amico di sempre  Dan Arkoyd, incidendo, oltre alla colonna sonora del film, 14 album compresi live e riedizioni. E la line up non era di poco conto, Steve Cropper e Donald Dunn (non vi ricorda niente?) solo per citarne un paio.
Tanti erano i problemi di John, da queli comportamentali a quelli legati all'alcool, ma il più influente e pericoloso era la cocaina e l'eroina. Il 5 marzo del 1982 John veniva trovato morto nel suo appartamento per overdose di eroina tagliata male. Resterà comunque nel mito dei Blues Brothers.





23 gennaio 2013

Cyril Davies
Chi dice che il blues sia solo americano si sbaglia. In Europa c'è stato un periodo, quasi sconosciuto e passato in sordina, che va dagli anni trenta e prosegue fino ai giorni nostri di bluesman di grosso calibro, che ovviamente passano in secondo piano per importanza ai cugini americani. Esistono ancora oggi, anche in Italia, gruppi fondamentali. Prendete Fabio Treves "il puma di Lambrate" con la Treves Blues Band oppure Guitar Ray & the Gamblers, che continuano a girare in Italia ed in Europa,riconosciuti a livello internazionale, solo per citarne alcuni. In Inghilterra, il 23 gennaio del 1932 nasceva Cyril Davies, sicuramente il più influente personaggio del british blues. L'influenza pura del british sound salterà subito alle orecchie dei più attenti. Prendete ad esempio See see rider oppure Someday baby. Nel 1962 anche Jimmy Page ed un certo Jeff Beck registrano con Cyril. Ci sono strumenti e cori che gli americani potevano usare. Cyril , uno dei pochi armonicisti europei dell'epoca, muore il 7 gennaio del 1964 per una leucemia acuta.
Anita Pointer
Compie 65 anni oggi Anita Pointer una delle tre sorelle Pointer Sister.
Il gruppo Pointer Sister ha segnato il passaggio di almeno due generazioni. Memorabili infatti sono alcuni pezzi entrati ormai nella storia, distinguendosi anche nei club underground newyorkesi fine anni '70 con alcuni mix di elevato livello.
probabilmente l'album più bello delle Pointer Sister è "yes we can" . Line up infallibile, Bt Express, che garantiscono un sound pulito e potente, scritto interamente da Alain Toussaint (fatevi un giro nei post precedenti)

Sicuramente il pezzo più conosciuto delle Pointer Sister è questo.

22 gennaio 2013


Nasceva nel lontano 1931 un personaggio fondamentale per la nascita del soul. Lui è Sam Cooke, di cui vi abbiamo parlato nel post del 11 gennaio scorso a proposito della ricorrenza della sua morte.
Sam Cooke
Come artista di R&B è stato uno dei primi ad ottenere un degno successo nelle classifiche di musica pop, quindi il primo a sfondare le barriere che dividevano il pubblico nero da quello bianco. La sua carriera è stata un susseguirsi di successi basati su arrangiamenti raffinati, storie di amori ed una voce da far accapponare la pelle. Cooke non è stato solo canzoni strappalacrime, tanto che proprio negli ultimi anni della sua breve vita scrisse uno dei pezzi che lo legherà per sempre al movimento dei diritti civili americano. Il brano è "A change is gonna come", scritto alla fine del 1963 e pubblicato solo dopo la sua morte. Il brano doveva essere una risposta alla canzone di Dylan. Per Cooke non era possibile che il popolo nero non avesse una sua canzone di protesta. Il brano assunse sempre più valore ed importanza con il passare del tempo diventando una delle canzoni più belle della musica contemporanea.
Altra nascita da ricordare è quella di Addie Harris, nata nel 1940 delle The Shirelles. Tra la fine degli anni '50 e gli inizi degli anni '60 sono stati il primo gruppo di successo tutto al femminile. Con il loro stile soft e la loro presenza, sono state un modello per il fenomeno delle Girl Groups negli anni '60. Tra i loro brani più conosciuti ricordiamo "Tonight is the night" e "Will you still love me tomorrow".


21 gennaio 2013

Edwin Starr
Data importante quella del 21 gennaio per gli amanti del Soul e del Funk, i nomi da ricordare oggi sono ben 4, ma infiliamo anche un quinto che merita assolutamente di essere salutato!
Andiamo per ordine cronologico e partiamo dal 1942, in questo giorno nasceva Edwin Starr, 
potreste conoscere questo artista per vari motivi, noi ve ne diamo uno, tra i suoi brani più rappresentativi c'è "War", brano del 1970 contro la guerra in Vietnam, che è stato assunto come brano contro la guerra in generale, più volte ripreso, come ad esempio da Bruce Springsteen nel 1985 ebbe un ennesimo ritorno di fiamma nel 2003 durante la guerra in Iraq, ma purtroppo il 2 aprile di quell'anno un arresto cardiaco ha tradito la nostra Starr.
Billy Ocean
Arriviamo sempre nel 21 gennaio ma del 1950, in quest'anno nasce Billy Ocean e quest'anno compie i suoi 63 anni ancora sui palchi, nato come Leslie Sebastian Charles a Fyzabad in Trinidad, molti dicono che abbia influenzato anche il più noto Michael Jackson, nella sua carriera degli anni 80, a sentirlo qualcosa di simile c'è, ma chi abbia preso da chi è un mistero.  Sicuramente la sorella di Michael, La Toya Jackson ha registrato due canzoni di Billy e le hanno dato successo "Are you ready" e "Stay the night".
Siamo al 1966 e facciamo gli auguri a Robert Del Naja, se questo nome non vi dice granchè, vi diciamo che è uno dei membri fondatori dei Massive Attack, muove i suoi primi passi con i graffiti, al punto che anche lo street artist Banksy lo cita come fonte di ispirazione, infine una curiosità, la sua famiglia è campana!
Un altro salto nel 1984 per ricordare il passaggio a miglior vita per Jackie Wilson, nato il 9 giugno del 1934 come Jack Leroy "Jackie" Wilson, Jr. noto con lo pseudonimo di Mr. Excitement, è un artista fondamentale nella transizione del Rhythm 'n' Blues in Soul. Gli dedicheremo uno speciale nel giorno del suo compleanno. Intatno sappiate che il suo show ha inspirato artisti come James Brown, Michael Jackson e Elvis Presley.
Infine chiudiamo questa carrellata nel 2002 con un altro illustre decesso, quello di Peggy Lee, nata il 26 maggio del 1920, la ricorderete tutti per la sua versione di "Fever" di cui vi abbiamo parlato.



20 gennaio 2013



Un anno senza Etta James.

Ricordo benissimo il 20 gennaio dell'anno scorso . Ero impegnato con uno dei miei soliti esami universitari quando una chiamata mi ha letteralmente scosso. Sai che è morta Etta James? Dall'altra parte del telefono c'era mio padre, emozionato come ogni volta che ascoltava o parlava di Etta. Come dargli torto. Per me che quando ero piccolo mi facevano ballare, come si fa ilaricamente con i bimbi, su “PlumNuts”, su “Something got a hold on me  e mi facevano addormentare con “Bobby is his name” e con “Deep in the night” non era una bella notizia.
Jamesetta Hawkins nasce il 25 gennaio del 1938 in uno dei sobborghi della già splendente Los Angeles, da una madre appena quindicenne ed un padre assente (ndr,si narra fosse un campione del biliardo, bianco, che negli anni trenta preferiva pagare per far tacere la madre di Etta piuttosto che perdere la faccia per un matrimonio interraziale).
Le sue doti si scoprono già all'età di cinque anni quando cantava nel coro di una chiesa (cosa per niente strana, dato che la maggior parte delle voci nere della musica sono “nate” in una chiesa) e si esibiva come un talento qualunque in alcune radio locali.
E come una diva che si rispetti la sua infanzia non è stata semplice. Allontanata dalla madre prostituta la ritroverà a 12 anni quando la madre adottiva morì. Trasferitesi a San Francisco Jamesetta trova il suo primo gruppo alla tenera età di 14 anni. Con una faccia tosta degna, è il caso di dirlo, di una figlia di puttana, si propone sfacciatamente a Johnny Otis che rimase folgorato, decidendo senza pensarci troppo di produrre il gruppo The croelettes.
Johnny Otis, uno dei migliori talent scout, capisce che quella era una di quelle occasioni che ti capitano una sola volta nella vita. Con un semplice giochino di parole trasforma il nome Jamesetta in Etta James, proponendo un nuovo nome per il gruppo che diventa The Peaches. Ultimo tocco, decisivo ed infallibile, la tinta biondo platino che l'accompagnerà per tutta la vita. Etta James era nata!
Johnny porta le The Peaches a Los Angeles per registrare il loro primo singolo. Etta, ancora minorenne, falsifica le firme della madre perchè in carcere potendo così registrare. Il primo singolo era la risposta ad un brano dei The midnighters-Work with me annie che nel caso di Etta diventava “Roll with me Henry”che verrà poi trasformato in “The Wallflower”. Secondo voi che posto poteva raggiungere nella classifica R&B? Il primo ovviamente!
Con The Peaches atri successi, come “Good rockin daddy”  e la superba “Woman”.
I portoni sono aperti anche grazie ad un paio di tourneè con Bo Diddley e Little Richard. Etta cresce, non solo artisticamente, ed i vizi immaturi di un'adolescente diventano quasi primari,con il rischio di perdersi per strada. Compare l'eroina e l'alcool e quindi i primi problemi sentimentali. Non poche volte si è prostituita per far fronte alle inutili necessità della droga. Alla fine degli anni '50 in uno show radiofonico Etta ha l'onore di duettare con Count Basie e Billy Holiday.
Il giorno dopo viene presentata ad un certo Leonard Chess che la trasformerà nella vera ETTA JAMES,quella che tutti conosciamo. Anche Janis Joplin fermava le sue prove, (negli stessi studi della Chess records) per ascoltare Etta, la sua cantante preferita.
Con una voce come la sua poteva permettersi di cantare tutto, il jazz, il soul ed il blues.
Con la protezione di Leonard alle spalle ed alcuni amici a rendergli onore (Willie Dixon, Muddy Waters ecc ecc) in uno studio che ha visto la più importante evoluzione musicale del mondo, il soul, Etta comincia ad interpretare veri e propri successi: “Trust in me”  e “Something’s Got a Hold on Me”.
Purtroppo nonostante il successo il passato non si dimentica, e l'incontro con Little Walter negli stessi studi di Leonard, le ricorda della vecchia “amica” eroina.
I problemi finanziari della Chess records costringono Etta a ritirarsi per due anni dalle scene per poi firmare con la Fame records ed incidere l'album “Tell mama”, da cui il singolo.
Ancora una volta problemi. 16 mesi di ospedale psichiatrico la costringono ad abbandonare di nuovo le scene.
Negli anni '70 Etta rinasce come una fenice, come è sempre successo e come solo Lei poteva. Finalmente libera dalle droghe incide due nuovi album “Come a little closer” e “Etta is better than evvah” sempre con la Chess records. In quest'ultimo album la reinterpretazione di alcuni classici del blues e del soul la reincarnano di nuovo REGINA DEL SOUL. In particolare superba è la sua versione di “Groove me” ed una  nuova versione di “Woman” , già presente nelle sue corde e già incisa ai suoi tempi con The Peaches.
Nell' 84 apre le olimpiadi americane e nell'87 firma con la Island Records per registrare “7 years itch”.
Cominciano i problemi di salute, i primi acciacchi di una vita vissuta come pochi.
Non doveva essere facile per lei presentarsi su una sedia a rotelle ai concerti.
Si ritira dalle scene coccolata dall'affetto dei familiari fino a quando alzheimer,leucemia e diabete hanno vinto la battaglia. Non hanno però vinto la guerra perchè niente e nessuno possono cancellare la rabbia, le parole e le emozioni che Etta ha regalato a quattro generazioni e che continuerà a farlo.
43 album, 4 Grammy, 2 volte nella Hall of fame e più di cento milioni di dischi venduti. Questi sono i numeri.
Così, dall'alto dei suoi rispettabilissimi 73 anni (ne avrebbe compiuti 74 il 25 gennaio) Etta ci lascia.
Per molti è stata un pezzo della colonna sonora della vita, perciò non dimenticherò mai quella data e non dimenticherò mai quella telefonata.

Liberamente tratto dal libro autobiografico “Rage to survive”.

19 gennaio 2013

Se vi chiedessero di stilare una top-ten degli artisti più influenti e rappresentativi della musica soul, il nome di Wilson Pickett vi troverebbe di sicuro un posto. Oggi lo ricordiamo nel settimo anniversario della sua morte, avvenuta nel 2006 a causa di un infarto. Come molti ben sapranno, la sua vita è stata caratterizzata da successi sul piano artistico che si sono spesso intervallati ad una vita privata che, per usare un eufemismo, è stata abbastanza complicata (non si contano i giorni passati in carcere a causa dei più svariati reati). 
Wilson Pickett
Noi lo ricordiamo per l’eredità musicale che ci ha lasciato. Alcuni dei suoi brani hanno dettato il tempo della musica nera nel periodo della sua massima espansione. Accasatosi alla Atlantic Records agli inizi degli anni sessanta dopo una gavetta dedita al gospel, il suo debutto è da ricordare per un brano da lui scritto e successivamente interpretato da Solomon Burke, “If you need me”. Grazie al deus ex machina Jerry Wexler, Pickett ha poi interpretato in prima persona brani senza tempo come “In the midnight hour” e “Land f 1000 dances”. Il primo di questi due brani venne registrato durante delle sessioni organizzate presso la Stax Records di Memphis con il supporto decisivo di Steve Cropper. Nello stesso periodo vide la luce un altro cavallo di battaglia di Pickett, “634-5789”. Chiusesi le porte di Memphis, Wexler lo spedì a Muscle Shoals, dove registrò appunto “Land of 1000 dances” e “Mustang Sally”. Nel giro di soli 5 anni, da perfetto sconosciuto (agli inizi addirittura “usato” dall’Atlantic) Pickett divenne un vera e propria star, passando dai luoghi culto della scena Southern Soul che contava. Gli italiani prossimi alla pensione lo ricorderanno per le sue apparizioni ai Festival di Sanremo del 1968 e 1969. Nella prima occasione duettò con Fausto Leali (avete capito bene, proprio lui) dove interpretò “Deborah”, mentre l’anno successivo fece coppia con il Lucio nazionale, non Dalla ma Battisti. Il brano era un classico del cantante rietino, ovvero “Un’avventura”. La sua influenza è stata talmente consistente che persino il cinema è riuscito ad omaggiarlo nel film irlandese “The Commitments”, dove un gruppo di poco raccomandabili musicisti si fa prendere in giro da un tale che gli promette di farli suonare con il mitico The Wicked. Noi vi lasciamo con uno dei suoi ultimi successi, la graffiante “Funky Broadway”.

18 gennaio 2013

David Ruffin
Come già accennato qualche giorno fa, il 18 gennaio nella storia della Black Music se lo ritaglia la nascita di un personaggio che non tutti conoscono per il suo nome ma per il gruppo di cui fa parte: I Temptations, e stiamo parlando della voce principale del periodo d'oro (quello chiamato dei Classic 5 dal 1964 al 1968). Il suo nome è David Ruffin, classe 1941. David inizia la sua carriera nel 1958, a 17 anni, registrando un 45 giri con i brani "You and I" e " Believe Me" con lo pseudonimo di Little David Bush. Dopo 3 anni con il suo vero nome registra "I'm in Love", da notare che alle spalle di questo pezzo c'è il futuro produttore della Motown: Lamont Dozier. Ma siamo ancora lontani dal successo. Passano altri tre anni e lui nota un gruppo locale, i Temptations, che, a detta di suo fratello Jimmy, avevano bisogno di una voce tenore. David mostra il suo interesse per il gruppo, e di li a poco è nel gruppo. I Temptations stavano cercando il loro successo, che ancora non arrivava. Ci pensa Smokey Robinson, che ha scritto e co-prodotto la maggior parte del materiale del gruppo, lui intravede in David un "gigante assopito" e vuole cercare di svegliarlo! L'unico modo è scrivere un brano appositamente per lui, qualcosa di graffiante ma anche melodico e dolce. Quel brano è "My Girl", registrato nel mese di novembre 1964 e rilasciato a gennaio, è diventato il primo singolo del  gruppo ad arrivare al primo posto delle classifiche e a dare a Ruffin il ruolo di cantante e front man dei Temptations.
Temptations con al centro D. Ruffin
A quello seguirono uno dietro l'altro una serie di successi sempre cantati da "Ruff" in prima linea, tra cui "Ain't too proud to beg" che qui vediamo in una performance dal vivo!
Altro contributo del nostro al gruppo fu l'aver architettato il microfono a quattro punte che divenne un marchio di fabbrica.
Purtroppo un nemico cominciava ad avvicinarsi alla vita di David, ed era la cocaina, dal 1967 cominciò a saltare i concerti e nel giugno 1968 fu sostituito da Dennis Edwards. Questo nemico lo perseguiterà per il resto della sua vita fino a portarcelo via nel 1991, il primo giugno, quando aveva appena concluso di registrare il suo testamento "Hurt the One You Love".


17 gennaio 2013


Avete presente quella particolare declinazione della musica soul nota in gergo come Philly Soul che tanto è andato di moda a cavallo tra la fine degli anni sessanta e gli inizi dei settanta? Sorto nella città di Philadelphia, era uno stile di soul caratterizzato da un ricorso massiccio a strumenti a fiato e archi, melodie sofisticate e vagamente lussuriose ed un tema ricorrente: l'amore. 
William Hart
Perché parlarne? Perché oggi compie 68 anni William Hart, leader fondatore e prima voce del gruppo più rappresentativo del soul di Philadelphia insieme ai The Spinners e i The Stylistics, i The Delfonics. Con il produttore Thom Bell (il Berry Gordy di Philadelphia) hanno ottenuto un notevole successo con brani del calibro di "I'm sorry" e soprattutto "La-la (Means I love you)". Se siete amanti del regista Quentin Tarantino, non vi sarà sfuggita quest'ultima canzone nel film "Jackie Brown" (nella colonna sonora trovate, sempre dei The Delfonics, anche il brano "Didn't I blow your mind"). Con la sua band Hart ha sedotto Patti LaBelle, Aretha Franklin e Prince, oltre ad aver influenzato uno stuolo di artisti hip-hop come Wu-Tang Clan e Boyz II Men.
Françoise Hardy
Altre nascite importanti sono quelle di Eartha Kitt (nata nel 1927 e deceduta nel 2009) e Françoise Hardy (1944). Negli anni sessanta, sulle sponde opposte dell'Atlantico, sono diventate due icone femminili di rara bellezza grazie alla loro capacità di destreggiarsi tra musica e cinema o televisione (la Kitt sarà sempre ricordata per aver interpretato il ruolo di Catwoman nella serie Batman degli anni sessanta, mentre la Hardy per la celeberrima canzone "Tous les garçons et les filles"). 
Tornando a noi, ricordiamo alcuni personaggi che in diversi anni hanno fatto il loro ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame. Nel 1990 varcano la sua soglia Hank Ballard, The Four Tops, The Four Seasons, The Who, The Kinks e The Platters. Sei anni più tardi li raggiungono Gladys Knight and Pips, The Shirelles e Little Willie John.


16 gennaio 2013


Il rhythm and blues al femminile ci ha sempre fatto impazzire. Barbara Lynn non fa eccezione. Nata nel 1942, con il suo stile ruvido e sofisticato si è guadagnata il nomignolo di “The Black Elvis” e, chitarra alla mano, ha girato tutta l’America in compagnia delle star delle Motown.
Barbara Lynn
Il suo 45 giri di debutto “You'll Lose A Good Thing”, datato 1962, ha fatto le scarpe niente di meno che a Ray Charles, piazzandosi al numero uno delle classifiche R&B dello stesso anno. Tra i suoi ammiratori troviamo i The Rolling Stones che, all’epoca ancora ragazzini, ripresero la sua “Oh baby (We've got a good thing goin')”. Tornando ai giorni nostri, anche Moby ne ha recuperato un campionamento dal brano proto-femminista “I’m a good woman”, scritto dalla Lynn e diventato un anthem per le musiciste nere che si sono immolate all’altare del funk.
Altra ricorrenza di oggi è il 40° anniversario della morte della cantante gospel Clara Ward. Già attiva negli anni 40, è riuscita a conciliare la “carriera religiosa” con la musica secolare, alternandosi tra due realtà che solo pochi anni prima sembravano inconciliabili. La sua composizione più conosciuta è sicuramente “How I got over”, inno gospel reinterpretato da gente del calibro di Mahalia Jackson, Blind Boys of Alabama e Aretha Franklin. Negli anni ‘60 ha prestato spesso la sua voce in qualità di corista a brani come “Mashed potato time” di Dee Dee Sharp, solo per fare l’esempio più famoso. 
"My girl"/"(Talking 'Bout) Nobody But My Baby"
Scampata alla morte durante una tournée in Vietnam a spese dell’esercito americano, la sua salute cagionevole la portò via a soli 39 anni. Si affacciava invece nelle classifiche pop americane del 1965 un singolo che avrebbe cambiato le sorti della musica soul. Il brano è “My girl” dei The Temptations, il primo di una lunga serie di numeri uno per il gruppo di Detroit con David Ruffin alla voce solista. Se volete saperne di più sulla voce più sexy della Motown, non vi resta che pazientare qualche giorno. L’attesa sarà ben ripagata!




Nel mondo della musica esistono storie fantastiche, leggende, e tanti segreti che mai, forse, scopriremo. Uno di questi segreti è: chi ha portato l'armonica a bocca dalla Germania alle paludi dell'America nera? Germania? Si. L'armonica a bocca è stata inventata in Germana nel 1821. Ma questa è un'altra storia.
Junior Weels amava la sua armonica e la sua musica più di ogni altra cosa.
Junior Wells & Earl Hooker
Wells plays the harp like most of us breathe’. Moriva il 15 gennaio del 1998, ma ne abbiamo già parlato nel post del 9 dicembre. Sicuramente uno dei suoi brani più famosi è “Messin with the kid”, sempre con la partecipazione del fidato amico Buddy Guy.
Il 15 gennaio del 1929 nasceva un genio della chitarra che a parere di molti avrebbe meritato molto di più dal punto di vista della visibilità.
Hearl Hooker , cugino di John Lee è sempre stato considerato un chitarrista di seconda linea. Era difficile dover competere con tanti altri nomi illustri. Solo negli ultimi anni, ovviamente dopo la morte di Hearl, si è capita la vera essenza e la genialità. Hearl e Junior hanno lavorato moltissimo insieme, ed il caso ha voluto accoppiarli insieme in un solo post. “You don't care” è solo un esempio. Earl ha pubblicato anche parecchi singoli di pregievole fattura, come "Hookin"
Il 15 gennaio del 1966 entra nelle classifiche un classico delle The Supremes' "MyWorld is Empty Without You" , mentre nel 72 vinceva il disco d'oro un singolo che sarebbe stato considerato negli anni a seguire proto hard-rock, i Brownsville Station's con "Smokin' in the Boys'Room". Un anno prima, nel 1971, veniva invece registrato il 34° …trentaquattresimo... album di un certo Edward Chialese, di ovvie origini italiane, in arte Bill Chase. Il gruppo, omonimo di Chase e quindi Chase, era di pura origine jazz-funk-rock-prog. Il loro primo album insieme ovviamente si chiama Chase, per fortuna il singolo è “Get it on”


14 gennaio 2013

Rocky Roberts
Iniziamo il nostro post quotidiano con una frase: <<Pochi sanno che la mia vera passione è cantare il Soul, il Blues, e mi piacciono molto i lenti, ma invece sono stato condannato a cantare sempre "Stasera mi butto">> avrete capito che si tratta di Rocky Roberts, nato a Miami il 23 agosto 1941 e deceduto 8 anni fa a Roma, naturalizzato italiano, inizia la sua carriera su una portaerei statunitense con il gruppo Doug Fowlkes and the Airedales. Durante una tappa in costa azzurra vennero notati da un dirigente dell'etichetta Barclay e da lì rimasero in Europa per poi trovare successo in Italia. 
Allen Touissant
Torniamo dall'altra parte dell'oceano e facciamo gli auguri per i suoi 75 anni ad Allen Toussaint, influente bluesman di New Orleans, conosciuto per aver scritto molte tracce portate al successo da altri artisti come "Everything I do gonna be funky", "Mother in law", "Ride your pony" e tante altre!
Altro compleanno è quello di Clarence Carter che festeggia oggi i suoi 77 anni, anche se abbiamo appena passato le festività natalizie ve lo ricordiamo con questa canzone, che molti riconosceranno per essere stata utilizzata dai Run Dmc: "Back door Santa".
Visto che abbiamo citato l'hip-hop dei Run Dmc, facciamo gli auguri a due grandi di questa categoria ovvero LL Cool J e Slick Rick, il primo nato nel 1968 con il nome James Todd Smith trasformato in Ladies Loves Cool J, infatti è stato anche il primo rapper a realizzare una canzone d'amore e farla diventare un successo, era il 1987 e stiamo parlando di "I need love".
Slick Rick all'anagrafe Richard Walters nato nel 1965, ha realizzato dei classici ripresi da tantissimi altri gruppi vi basti conoscere "La di da di" per capire cosa vogliamo dire, o fatevi un giro sulla pagina di Wikipedia!



13 gennaio 2013

Il 13 gennaio è in realtà una di quelle date che non vorremmo ricordare.
Non capitano molto spesso, per fortuna, date così tristi.
Donny Hathaway
Era il 13 gennaio del 1979 quando su un marciapiede newyorkese fu trovato suicida un giovane Donny Hathaway. Il suo gesto, forse folle o forse da capire, era il chiaro segno, ultimo,  dei problemi psico-fisici in cui Donny era rinchiuso.
Nato il 1°ottobre di 34 anni prima, ne parleremo meglio il giorno del suo compleanno.
Intanto ci ascoltiamo l'ultimo dei suoi pezzi, in collaborazione, ovviamente, con l'eterna amica Roberta Flack. Il brano è "The closer i get to you". Questo brano, primo nelle classifiche del tempo, ha portato alla popolarità una giovanissima Beyoncè.
Teddy Pendergrass
Era invece il 13 gennaio del 2010 quando un cancro uccideva Teddy Pendergrass. Già vivo per miracolo nel 1982 quando ebbe un terribile incidente stradale che lo ridusse alla paralisi e quindi alla sedia a rotelle. Si riprese non benissimo da quell'incidente, continuò a produrre musica, ma poi gli eventi vinsero.
Colonna di primo ordine, non solo della black music, ha inciso 20 album in studio e, più o meno, una cinquantina di singoli tutti stabili ai piani alti delle classifiche
Il 13 gennaio è quindi una data "nera" per la black music. Sono morte due icone importantissime che hanno cantato e fatto la storia della musica.
Il 13 gennaio è però anche una data di successi mondiali.
Nel 1958 veniva rilasciato un brano che ha fatto ballare milioni di americani. La discriminazione nelle sale da ballo, (e per sfortuna solo nelle sale da ballo) non esisteva già più da quattro ann. I bianchi ballavano mischiati ai neri, nonostante il veto delle autorità. Little Richard faceva quindi ballare i giovani americani con  "Good golly miss molly". Esattamente dieci anni dopo un giovane Eric Clapton con i suoi Cream incideva uno dei brani più famosi del rock, ripreso anche in alcune cover puramente soul funk. Il brano in questione era "The sunshine of your love".
 Tornando indietro di 6 anni, il 1962 un ancora poco noto Chubby Cheker si piazzava al primo post con un brano suonato e risuonato ancora oggi,"The twist".
Nel 1978 invece un prodotto puramente americano, Elvis Presley, vinceva il disco d'oro con "My way". Neanche Frank Sinatra c'era riuscito, in realtà il brano non è ne di uno e ne dell'altro, le parole sono di Paul Anka per Frank, sulle note di Claude Francois che a sua volta aveva plagiato il motivetto composto in origine da Jacques Revaux. Un casino che solo gli avvocati hanno capito.
Il brano con cui vi lasciamo è un classico di Teddy Pendergrass che di certo vi farà alzare dalla sedia. Perciò ragazzi "Get up get down get funky get loose".