14 dicembre 2013


Il vostro post quotidiano è dedicato ad una pietra miliare della musica nera! Una canzone, forse LA canzone, più rappresentativa della soul music. Parliamo oggi di "I heard it through the grapevine", nella versione resa celeberrima da Marvin Gaye, e la ricordiamo nel giorno in cui, nel 1968, si piazzava al numero 1 delle classifiche pop (Billboard Hot 100) degli Stati Uniti per restarci, di prepotenza, per ben sette settimane, diventando così il singolo più venduto fino a quel momento dall'etichetta di Detroit (nello stesso giorno al secondo posto della stessa classifica troviamo "Love Child" delle Supremes mentre al terzo Stevie Wonder con la sua "For a once in my life). 
Il 45 giri di "I heard it through the gravepine"
Come molti dei successi della Tamla-Motown, il brano ha una storia travagliata alle sue spalle. Scritta nel 1966 da Barrett Strong e Norman Whitflield, fu registrata per la prima volta da Smokey Robinson & The Miracles, ma non uscì mai come singolo (è presente invece nel loro album "Special Occasion" del 1968). Nel 1967 Marvin Gaye ne registrò una sua versione ma Berry Gordy, come pare facesse spesso, non la considerò valida come singolo e l'appioppò successivamente a Gladys Knight & the Pips. Il successo di vendite fu garantito e il primo posto nelle charts di R&B assicurato. Solo nel 1968 Gaye si riprende la sua rivincita, inserendo il brano nell'album "In the Groove". La canzone iniziò a girare così frequentemente nelle radio che Gordy si decise a far uscire il singolo per la sussidiaria Tamla con il numero T54176. L'indimenticabile l'intro di questa versione è qualcosa che non si scorda facilmente (nelle sessioni di quelle registrazioni erano presenti i The Funk Brothers, storica in-house band della Motown!). Il resto è storia... 
Come tutti i classici, molti ne hanno dato una loro interpretazione. Degne di nota sono la versione dei The Chi-Lites e sicuramente quella dei Creedence Clearwater Revival. La loro rilettura di questo brano è la sintesi perfetta dell'inimitabile stile di John Fogerty & Co di fondere il country, il rock e ovviamente il soul. Peccato duri quasi 12 minuti, ma a quanto pare era loro usanza piazzare in ogni album un brano di lunga durata.


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