8 gennaio 2013


Nella storia della musica nera l’appellativo “Little” è sempre stato una garanzia. Nel giro di cinque secondi vi verranno subito in mente gente come Little Richard, Little Stevie (Wonder) o Little Willie John, solo per nominarne alcuni. Il “Little” di oggi è invece Jerome Anthony Gourdine, nato nel 1941 e leader e prima voce del complesso doo-wop/soul Little Anthony & The Imperials
Little Anthony
Seppur poco conosciuti, negli anni a cavallo tra i 50 e 60 hanno avuto un discreto successo con il loro primo singolo “Tears on my pillow” , brano che metteva in mostra il falsetto di Little Anthony e che caratterizzerà il loro stile inconfondibile. Come tutti i classici, le rivisitazioni si buttano. Ad esempio quelle in salsa rocksteady sono veri e propri capolavori. Non ci credete? Provate con la versione del misconosciuto Desmond Riley.
Altra nascita eccellente è quella di Marcus Hutson (nato nel 1943 e morto nel 2000) dei The Whispers. Gruppo geniale, i The Whispers sono stati l’evoluzione stessa della musica nera. In meno di vent’anni  hanno cavalcato quel movimento che dal gospel è arrivato alla disco-music dei primi anni 80, in pratica un viaggio dalle chiese al dancefloor, insomma una roba da matti. Ad aver avuto vent’anni alla fine degli anni 70, un brano come “And the beat goes on” ci avrebbe tormentato giorno e notte!
Shirley Bassey
76 invece gli anni compiuti dalla diva gallese Shirley Bassey. Se siete amanti della saga di James Bond, sappiate che molte delle title-track dei vari episodi sono state cantate da lei. Per l’occasione ascoltiamo un brano, “La vita”, che la Shirley ha presentato come ospite al Festival di Sanremo del 1968. Ha inoltre interpretato due canzoni scritte da Paolo Conte di cui però non siamo riusciti a trovare traccia (“Yes” e “Com’è piccolo il mondo”).
Impossibile poi non ricordare le nascite di due mostri sacri della musica contemporanea. Loro sono Elvis Presley (1935) e David Bowie (1947), due artisti apparentemente distanti che però non hanno mai mancato di riconoscere il loro debito verso la musica soul. Come ricordarli con una canzone?  Il brano “Golden Years” del 1975 scritto dal Duca Bianco fa al caso nostro per due ragioni. Primo, il brano fu presentato allo storico programma TV “Soul Train” dove, si sa, di visi pallidi non se ne vedevano molti. Il secondo è un aneddoto secondo il quale sempre Bowie propose il pezzo proprio al Re del Rock, affinché lo cantasse. La risposta? Un sonoro due di picche.



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