19 gennaio 2013

Se vi chiedessero di stilare una top-ten degli artisti più influenti e rappresentativi della musica soul, il nome di Wilson Pickett vi troverebbe di sicuro un posto. Oggi lo ricordiamo nel settimo anniversario della sua morte, avvenuta nel 2006 a causa di un infarto. Come molti ben sapranno, la sua vita è stata caratterizzata da successi sul piano artistico che si sono spesso intervallati ad una vita privata che, per usare un eufemismo, è stata abbastanza complicata (non si contano i giorni passati in carcere a causa dei più svariati reati). 
Wilson Pickett
Noi lo ricordiamo per l’eredità musicale che ci ha lasciato. Alcuni dei suoi brani hanno dettato il tempo della musica nera nel periodo della sua massima espansione. Accasatosi alla Atlantic Records agli inizi degli anni sessanta dopo una gavetta dedita al gospel, il suo debutto è da ricordare per un brano da lui scritto e successivamente interpretato da Solomon Burke, “If you need me”. Grazie al deus ex machina Jerry Wexler, Pickett ha poi interpretato in prima persona brani senza tempo come “In the midnight hour” e “Land f 1000 dances”. Il primo di questi due brani venne registrato durante delle sessioni organizzate presso la Stax Records di Memphis con il supporto decisivo di Steve Cropper. Nello stesso periodo vide la luce un altro cavallo di battaglia di Pickett, “634-5789”. Chiusesi le porte di Memphis, Wexler lo spedì a Muscle Shoals, dove registrò appunto “Land of 1000 dances” e “Mustang Sally”. Nel giro di soli 5 anni, da perfetto sconosciuto (agli inizi addirittura “usato” dall’Atlantic) Pickett divenne un vera e propria star, passando dai luoghi culto della scena Southern Soul che contava. Gli italiani prossimi alla pensione lo ricorderanno per le sue apparizioni ai Festival di Sanremo del 1968 e 1969. Nella prima occasione duettò con Fausto Leali (avete capito bene, proprio lui) dove interpretò “Deborah”, mentre l’anno successivo fece coppia con il Lucio nazionale, non Dalla ma Battisti. Il brano era un classico del cantante rietino, ovvero “Un’avventura”. La sua influenza è stata talmente consistente che persino il cinema è riuscito ad omaggiarlo nel film irlandese “The Commitments”, dove un gruppo di poco raccomandabili musicisti si fa prendere in giro da un tale che gli promette di farli suonare con il mitico The Wicked. Noi vi lasciamo con uno dei suoi ultimi successi, la graffiante “Funky Broadway”.

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