Un anno senza Etta James.
Ricordo benissimo il 20 gennaio
dell'anno scorso . Ero impegnato con uno dei miei soliti esami universitari
quando una chiamata mi ha letteralmente scosso. Sai che è morta Etta
James? Dall'altra parte del telefono c'era mio padre, emozionato come ogni
volta che ascoltava o parlava di Etta. Come dargli torto. Per me che quando ero
piccolo mi facevano ballare, come si fa ilaricamente con i bimbi, su “PlumNuts”,
su “Something got a hold on me
e mi facevano addormentare con “Bobby is his name”
e con “Deep in the night”
non era una bella notizia.
Jamesetta Hawkins nasce il 25
gennaio del 1938 in uno dei sobborghi della già splendente Los Angeles, da una
madre appena quindicenne ed un padre assente (ndr,si narra fosse un campione
del biliardo, bianco, che negli anni trenta preferiva pagare per far tacere la
madre di Etta piuttosto che perdere la faccia per un matrimonio interraziale).
Le sue doti si scoprono già
all'età di cinque anni quando cantava nel coro di una chiesa (cosa per niente
strana, dato che la maggior parte delle voci nere della musica sono “nate” in
una chiesa) e si esibiva come un talento qualunque in alcune radio locali.
E come una diva che si rispetti
la sua infanzia non è stata semplice. Allontanata dalla madre prostituta la
ritroverà a 12 anni quando la madre adottiva morì. Trasferitesi a San Francisco
Jamesetta trova il suo primo gruppo alla tenera età di 14 anni. Con una faccia
tosta degna, è il caso di dirlo, di una figlia di puttana, si propone
sfacciatamente a Johnny Otis che rimase folgorato, decidendo senza pensarci
troppo di produrre il gruppo The croelettes.
Johnny Otis, uno dei migliori
talent scout, capisce che quella era una di quelle occasioni che ti capitano
una sola volta nella vita. Con un semplice giochino di parole trasforma il nome
Jamesetta in Etta James, proponendo un nuovo nome per il gruppo che diventa The
Peaches. Ultimo tocco, decisivo ed infallibile, la tinta biondo platino che
l'accompagnerà per tutta la vita. Etta James era nata!
Johnny porta le The Peaches a Los
Angeles per registrare il loro primo singolo. Etta, ancora minorenne, falsifica
le firme della madre perchè in carcere potendo così registrare. Il primo
singolo era la risposta ad un brano dei The midnighters-Work with me annie
che nel caso di Etta diventava “Roll with me Henry”che verrà poi trasformato in
“The Wallflower”.
Secondo voi che posto poteva raggiungere nella classifica R&B? Il primo
ovviamente!
Con The Peaches atri successi,
come “Good rockin daddy”
e la superba “Woman”.
I portoni sono aperti anche
grazie ad un paio di tourneè con Bo Diddley e Little Richard. Etta cresce, non
solo artisticamente, ed i vizi immaturi di un'adolescente diventano quasi
primari,con il rischio di perdersi per strada. Compare l'eroina e l'alcool e
quindi i primi problemi sentimentali. Non poche volte si è prostituita per far
fronte alle inutili necessità della droga. Alla fine degli anni '50 in uno show
radiofonico Etta ha l'onore di duettare con Count Basie e Billy Holiday.
Il giorno dopo viene presentata
ad un certo Leonard Chess che la trasformerà nella vera ETTA JAMES,quella che
tutti conosciamo. Anche Janis Joplin fermava le sue prove, (negli stessi studi
della Chess records) per ascoltare Etta, la sua cantante preferita.
Con una voce come la sua poteva
permettersi di cantare tutto, il jazz, il soul ed il blues.
Con la protezione di Leonard alle
spalle ed alcuni amici a rendergli onore (Willie Dixon, Muddy Waters ecc ecc)
in uno studio che ha visto la più importante evoluzione musicale del mondo, il
soul, Etta comincia ad interpretare veri e propri successi: “Trust in me”
e “Something’s Got a Hold on Me”.
Purtroppo nonostante il successo
il passato non si dimentica, e l'incontro con Little Walter negli stessi studi
di Leonard, le ricorda della vecchia “amica” eroina.
I problemi finanziari della Chess
records costringono Etta a ritirarsi per due anni dalle scene per poi firmare
con la Fame records ed incidere l'album “Tell mama”, da cui il singolo.
Ancora una volta problemi. 16
mesi di ospedale psichiatrico la costringono ad abbandonare di nuovo le scene.
Negli anni '70 Etta rinasce come
una fenice, come è sempre successo e come solo Lei poteva. Finalmente libera
dalle droghe incide due nuovi album “Come
a little closer” e “Etta
is better than evvah” sempre con la Chess records. In quest'ultimo
album la reinterpretazione di alcuni classici del blues e del soul la
reincarnano di nuovo REGINA DEL SOUL. In particolare superba è la sua versione
di “Groove me”
ed una nuova versione di “Woman” ,
già presente nelle sue corde e già incisa ai suoi tempi con The Peaches.
Nell' 84 apre le olimpiadi
americane e nell'87 firma con la Island Records per registrare “7 years itch”.
Cominciano i problemi di salute,
i primi acciacchi di una vita vissuta come pochi.
Non doveva essere facile per lei
presentarsi su una sedia a rotelle ai concerti.
Si ritira dalle scene coccolata
dall'affetto dei familiari fino a quando alzheimer,leucemia e diabete hanno
vinto la battaglia. Non hanno però vinto la guerra perchè niente e nessuno
possono cancellare la rabbia, le parole e le emozioni che Etta ha regalato a
quattro generazioni e che continuerà a farlo.
43 album, 4 Grammy, 2 volte
nella Hall of fame e più di cento milioni di dischi venduti. Questi sono i
numeri.
Così, dall'alto dei suoi
rispettabilissimi 73 anni (ne avrebbe compiuti 74 il 25 gennaio) Etta ci
lascia.
Per molti è stata un pezzo della
colonna sonora della vita, perciò non dimenticherò mai quella data e non
dimenticherò mai quella telefonata.
Liberamente tratto dal libro autobiografico “Rage to survive”.
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