20 gennaio 2013



Un anno senza Etta James.

Ricordo benissimo il 20 gennaio dell'anno scorso . Ero impegnato con uno dei miei soliti esami universitari quando una chiamata mi ha letteralmente scosso. Sai che è morta Etta James? Dall'altra parte del telefono c'era mio padre, emozionato come ogni volta che ascoltava o parlava di Etta. Come dargli torto. Per me che quando ero piccolo mi facevano ballare, come si fa ilaricamente con i bimbi, su “PlumNuts”, su “Something got a hold on me  e mi facevano addormentare con “Bobby is his name” e con “Deep in the night” non era una bella notizia.
Jamesetta Hawkins nasce il 25 gennaio del 1938 in uno dei sobborghi della già splendente Los Angeles, da una madre appena quindicenne ed un padre assente (ndr,si narra fosse un campione del biliardo, bianco, che negli anni trenta preferiva pagare per far tacere la madre di Etta piuttosto che perdere la faccia per un matrimonio interraziale).
Le sue doti si scoprono già all'età di cinque anni quando cantava nel coro di una chiesa (cosa per niente strana, dato che la maggior parte delle voci nere della musica sono “nate” in una chiesa) e si esibiva come un talento qualunque in alcune radio locali.
E come una diva che si rispetti la sua infanzia non è stata semplice. Allontanata dalla madre prostituta la ritroverà a 12 anni quando la madre adottiva morì. Trasferitesi a San Francisco Jamesetta trova il suo primo gruppo alla tenera età di 14 anni. Con una faccia tosta degna, è il caso di dirlo, di una figlia di puttana, si propone sfacciatamente a Johnny Otis che rimase folgorato, decidendo senza pensarci troppo di produrre il gruppo The croelettes.
Johnny Otis, uno dei migliori talent scout, capisce che quella era una di quelle occasioni che ti capitano una sola volta nella vita. Con un semplice giochino di parole trasforma il nome Jamesetta in Etta James, proponendo un nuovo nome per il gruppo che diventa The Peaches. Ultimo tocco, decisivo ed infallibile, la tinta biondo platino che l'accompagnerà per tutta la vita. Etta James era nata!
Johnny porta le The Peaches a Los Angeles per registrare il loro primo singolo. Etta, ancora minorenne, falsifica le firme della madre perchè in carcere potendo così registrare. Il primo singolo era la risposta ad un brano dei The midnighters-Work with me annie che nel caso di Etta diventava “Roll with me Henry”che verrà poi trasformato in “The Wallflower”. Secondo voi che posto poteva raggiungere nella classifica R&B? Il primo ovviamente!
Con The Peaches atri successi, come “Good rockin daddy”  e la superba “Woman”.
I portoni sono aperti anche grazie ad un paio di tourneè con Bo Diddley e Little Richard. Etta cresce, non solo artisticamente, ed i vizi immaturi di un'adolescente diventano quasi primari,con il rischio di perdersi per strada. Compare l'eroina e l'alcool e quindi i primi problemi sentimentali. Non poche volte si è prostituita per far fronte alle inutili necessità della droga. Alla fine degli anni '50 in uno show radiofonico Etta ha l'onore di duettare con Count Basie e Billy Holiday.
Il giorno dopo viene presentata ad un certo Leonard Chess che la trasformerà nella vera ETTA JAMES,quella che tutti conosciamo. Anche Janis Joplin fermava le sue prove, (negli stessi studi della Chess records) per ascoltare Etta, la sua cantante preferita.
Con una voce come la sua poteva permettersi di cantare tutto, il jazz, il soul ed il blues.
Con la protezione di Leonard alle spalle ed alcuni amici a rendergli onore (Willie Dixon, Muddy Waters ecc ecc) in uno studio che ha visto la più importante evoluzione musicale del mondo, il soul, Etta comincia ad interpretare veri e propri successi: “Trust in me”  e “Something’s Got a Hold on Me”.
Purtroppo nonostante il successo il passato non si dimentica, e l'incontro con Little Walter negli stessi studi di Leonard, le ricorda della vecchia “amica” eroina.
I problemi finanziari della Chess records costringono Etta a ritirarsi per due anni dalle scene per poi firmare con la Fame records ed incidere l'album “Tell mama”, da cui il singolo.
Ancora una volta problemi. 16 mesi di ospedale psichiatrico la costringono ad abbandonare di nuovo le scene.
Negli anni '70 Etta rinasce come una fenice, come è sempre successo e come solo Lei poteva. Finalmente libera dalle droghe incide due nuovi album “Come a little closer” e “Etta is better than evvah” sempre con la Chess records. In quest'ultimo album la reinterpretazione di alcuni classici del blues e del soul la reincarnano di nuovo REGINA DEL SOUL. In particolare superba è la sua versione di “Groove me” ed una  nuova versione di “Woman” , già presente nelle sue corde e già incisa ai suoi tempi con The Peaches.
Nell' 84 apre le olimpiadi americane e nell'87 firma con la Island Records per registrare “7 years itch”.
Cominciano i problemi di salute, i primi acciacchi di una vita vissuta come pochi.
Non doveva essere facile per lei presentarsi su una sedia a rotelle ai concerti.
Si ritira dalle scene coccolata dall'affetto dei familiari fino a quando alzheimer,leucemia e diabete hanno vinto la battaglia. Non hanno però vinto la guerra perchè niente e nessuno possono cancellare la rabbia, le parole e le emozioni che Etta ha regalato a quattro generazioni e che continuerà a farlo.
43 album, 4 Grammy, 2 volte nella Hall of fame e più di cento milioni di dischi venduti. Questi sono i numeri.
Così, dall'alto dei suoi rispettabilissimi 73 anni (ne avrebbe compiuti 74 il 25 gennaio) Etta ci lascia.
Per molti è stata un pezzo della colonna sonora della vita, perciò non dimenticherò mai quella data e non dimenticherò mai quella telefonata.

Liberamente tratto dal libro autobiografico “Rage to survive”.

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