In
questo ultimo giorno di aprile andiamo a ricordare un bel po’ di personaggi,
non tutti conosciuti al grande pubblico ma sicuramente degli artisti fondamentali
nella cultura musicale americana degli anni ’50 e ‘60.
Bobby Marchan |
Il primo è Bobby Marchan,
nato in Ohio nel 1930 e deceduto alla fine degli anni ’90. Personaggio che
definire eclettico è dire poco, Marchan è stato cantante, compositore, MC e una
drag queen. Attivo dalla metà degli
anni ’50 dei night club di New Orleans, è stato il cantante del complesso
r&b di Huey “Piano” Smith and The Clowns, prestando la voce al loro maggior
successo “Rocking Pneumonia and The Boogie Woogle Flu”. Come solista ha
registrato un paio di singoli con la Stax/Volt (“What can I do”) e molti altri
per la Dial Records, compiendo il passaggio definitivo al soul. Per questa
etichetta vi segnaliamo “Funny Style” (in coda al post) e “Get down with it”, ripresa qualche
anno più tardi dalla band glam-rock Slade.
Bobby Vee |
Il
secondo personaggio si chiama Bobby anche lui. Nato nel 1943 con il nome di
Robert T. Velline, è diventato celebre con lo pseudonimo di Bobby Vee in
circostanze alquanto tragiche. Il suo primo concerto lo tenne infatti per rimpiazzare
niente meno che Buddy Holly, morto in un incidente aereo. Idolo dell’era del pop
& roll e del twist, è diventato famoso con la ballata “Angel or Devil”,
cover del complesso r&b dei The Clovers.
Compie
invece 60 anni Merril Osmond del gruppo familiare dei The Osmonds. Con i suoi
fratelli ha provato a fare qualsiasi genere musicale apparso sulla terra dalla
fine degli anni ’50 in poi, avendo quindi anche un periodo “black” negli anni ’70,
come il brano “I can’t see love in you and me” può dimostrare.
Percy Health |
In
chiusura doveroso ricordare Percy Health (1923 – 2005) in una giornata
particolare come questa. Health è stato un noto contrabbassista jazz membro del
Modern Jazz Quartet e proprio oggi, nel giorno del suo anniversario di nascita,
si festeggia per la seconda volta la Giornata Mondiale del Jazz, istituita dall’UNESCO
sotto la spinta del mitico Herbie Hancook, che ha convinto l’agenzia delle
Nazioni Unite affermando che “il jazz è una musica diffusa in tutto il mondo e
supera le differenze di razza, religione, etnia o nazionalità”. Una motivazione
molto convincente alla quale è stato impossibile opporsi…
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