30 aprile 2013


In questo ultimo giorno di aprile andiamo a ricordare un bel po’ di personaggi, non tutti conosciuti al grande pubblico ma sicuramente degli artisti fondamentali nella cultura musicale americana degli anni ’50 e ‘60. 
Bobby Marchan
Il primo è Bobby Marchan, nato in Ohio nel 1930 e deceduto alla fine degli anni ’90. Personaggio che definire eclettico è dire poco, Marchan è stato cantante, compositore, MC e una drag queen. Attivo dalla metà degli anni ’50 dei night club di New Orleans, è stato il cantante del complesso r&b di Huey “Piano” Smith and The Clowns, prestando la voce al loro maggior successo “Rocking Pneumonia and The Boogie Woogle Flu”. Come solista ha registrato un paio di singoli con la Stax/Volt (“What can I do”) e molti altri per la Dial Records, compiendo il passaggio definitivo al soul. Per questa etichetta vi segnaliamo “Funny Style” (in coda al post) e “Get down with it”, ripresa qualche anno più tardi dalla band glam-rock Slade.
Bobby Vee
Il secondo personaggio si chiama Bobby anche lui. Nato nel 1943 con il nome di Robert T. Velline, è diventato celebre con lo pseudonimo di Bobby Vee in circostanze alquanto tragiche. Il suo primo concerto lo tenne infatti per rimpiazzare niente meno che Buddy Holly, morto in un incidente aereo. Idolo dell’era del pop & roll e del twist, è diventato famoso con la ballata “Angel or Devil”, cover del complesso r&b dei The Clovers.
Compie invece 60 anni Merril Osmond del gruppo familiare dei The Osmonds. Con i suoi fratelli ha provato a fare qualsiasi genere musicale apparso sulla terra dalla fine degli anni ’50 in poi, avendo quindi anche un periodo “black” negli anni ’70, come il brano “I can’t see love in you and me” può dimostrare.
Percy Health
In chiusura doveroso ricordare Percy Health (1923 – 2005) in una giornata particolare come questa. Health è stato un noto contrabbassista jazz membro del Modern Jazz Quartet e proprio oggi, nel giorno del suo anniversario di nascita, si festeggia per la seconda volta la Giornata Mondiale del Jazz, istituita dall’UNESCO sotto la spinta del mitico Herbie Hancook, che ha convinto l’agenzia delle Nazioni Unite affermando che “il jazz è una musica diffusa in tutto il mondo e supera le differenze di razza, religione, etnia o nazionalità”. Una motivazione molto convincente alla quale è stato impossibile opporsi…




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