7 aprile 2013

"La musica è la migliore cura dell'anima", lo diceva già Platone più di 2300 anni fa. La musica è la migliore cura dell'anima, sicuramente lo pensò anche Billie Holiday (7 aprile 1915), quando finì di prostituirsi in un bordello di Harlem per passare ad una vita più agiata,  rifugiandosi negli anfratti più remoti del jazz.
Billie Holiday
Una voce splendida, pulita e potente,in grado di trasmettere emozioni, anche a chi è lontano dal mondo del jazz. Le cose all'inizio non andavano, ma grazie all'audacia del suo produttore John Hammond e di suo cognato Benny Goodman, le cose cambiarono.
I primi due dischi furono un fallimento totale, poi l'incontro con Teddy Wilson (pianista unico) fece esplodere la stella nascente Billie Holiday. Il resto sono collaborazioni con i re e le regine del jazz, da Count Basie, Armstrong, Tony Scott.
Purtroppo per lei le cose ricambiarono negli anni '40. La morte della madre ed un ,matrimonio durato pochi mesi la condussero verso l'eroina e l'alcool, pregiudicando notevolmente la voce e la sua vita. 
Nel 1959, a soli 44 anni, una complicata epatite la portò verso la morte. 
Di lei ci rimangono incisioni uniche, riprese nel tempo da quasi tutti i jazzisti. Omaggiata ache nel mondo del rock e del pop, è il caso di "Angel of Harlem" degli U2. Di lei ricorderemo pezzi storici come "God bless the child", "Billie's blues", "Strange fruit".
Oltre a curare l'anima, la musica cura anche il corpo. L'incesto artistico del jazz e dei ritmi latini ha portato ad una notevole evoluzione culturale. L'incontro di questi due mondi, talmente diversi ma così uguali, ha fornito gli strumenti giusti ad un diverso modo di interpretare i ritmi, di usare strumenti arcaici ma contemporanei. Un ottimo modo per spiagare che non esistono differenze di linguaggio tra i musicisti. La musica abbatte le barriere razziali ed avvicina tutti. Mongo Santamaria (1922), cubano nato a Miami, ne è l'esempio. 
Mongo Santamaria
Virtuoso percussionista, è considerato uno dei primi esponenti del  latin jazz. La vitalità cubana con l'espressione americana. Così, se siete frequentatori di sambodromi o frequentate locali dove si ballano solo ed esclusivamente latin jazz di un certo livello, sicuramente ascolterete pezzi del genere "Mambo mango", "Mayeya"
Se invece frequentate, o per fortuna vostra avete frequentato locali come il Paradise Garage, Studio 54 o il più vicino Baia degli angeli, allora riconoscerete sicuramente brani come "Midnight love affair", "In the morning". Ovviamente stiamo parlando di Carol Douglas (1948). Una delle regine della disco anni '70 e '80.
Quello che vi proponiamo è un vero brano per la cura dell'anima. Afro bleu, reinterpretato in seguito da Coltrane, Petrucciani,  Bridgewater e tanti altri.




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