In
questo ultimo giorno di aprile andiamo a ricordare un bel po’ di personaggi,
non tutti conosciuti al grande pubblico ma sicuramente degli artisti fondamentali
nella cultura musicale americana degli anni ’50 e ‘60.
Bobby Marchan
Il primo è Bobby Marchan,
nato in Ohio nel 1930 e deceduto alla fine degli anni ’90. Personaggio che
definire eclettico è dire poco, Marchan è stato cantante, compositore, MC e una
drag queen. Attivo dalla metà degli
anni ’50 dei night club di New Orleans, è stato il cantante del complesso
r&b di Huey “Piano” Smith and The Clowns, prestando la voce al loro maggior
successo “Rocking Pneumonia and The Boogie Woogle Flu”. Come solista ha
registrato un paio di singoli con la Stax/Volt (“What can I do”) e molti altri
per la Dial Records, compiendo il passaggio definitivo al soul. Per questa
etichetta vi segnaliamo “Funny Style” (in coda al post) e “Get down with it”, ripresa qualche
anno più tardi dalla band glam-rock Slade.
Bobby Vee
Il
secondo personaggio si chiama Bobby anche lui. Nato nel 1943 con il nome di
Robert T. Velline, è diventato celebre con lo pseudonimo di Bobby Vee in
circostanze alquanto tragiche. Il suo primo concerto lo tenne infatti per rimpiazzare
niente meno che Buddy Holly, morto in un incidente aereo. Idolo dell’era del pop
& roll e del twist, è diventato famoso con la ballata “Angel or Devil”,
cover del complesso r&b dei The Clovers.
Compie
invece 60 anni Merril Osmond del gruppo familiare dei The Osmonds. Con i suoi
fratelli ha provato a fare qualsiasi genere musicale apparso sulla terra dalla
fine degli anni ’50 in poi, avendo quindi anche un periodo “black” negli anni ’70,
come il brano “I can’t see love in you and me” può dimostrare.
Percy Health
In
chiusura doveroso ricordare Percy Health (1923 – 2005) in una giornata
particolare come questa. Health è stato un noto contrabbassista jazz membro del
Modern Jazz Quartet e proprio oggi, nel giorno del suo anniversario di nascita,
si festeggia per la seconda volta la Giornata Mondiale del Jazz, istituita dall’UNESCO
sotto la spinta del mitico Herbie Hancook, che ha convinto l’agenzia delle
Nazioni Unite affermando che “il jazz è una musica diffusa in tutto il mondo e
supera le differenze di razza, religione, etnia o nazionalità”. Una motivazione
molto convincente alla quale è stato impossibile opporsi…
29 aprile 2013
Tre sono i personaggi, tre sono i generi musicali, una sola è la base, la black music.
Nel 1929 nasceva Ray Barretto. Ne abbiamo ampiamente parlato nel post del 17 febbraio.
Ne 1945 nasceva invece Tammi Terrell , storica compagna di Marvin Gaye. Ma anche di lei ne abbiamo ampiamente parlato il 17 marzo.
Otis Rush
Ufficialmente esistono più di 45 tipi diversi di blues, dai canti degli schiavi fino alle ultime produzioni. Col tempo alcuni si sono fusi dando vita ad altri generi musicali, ma la base del blues è sempre la stessa: blues devil's, i diavoli blue, simbolo di tristezza, infelicità e sofferenza, tutte sfogate nella musica.
Il 29 aprile del 1935 nasceva uno dei chitarristi più incazzati della storia del blues, Otis Rush. Le sue note hanno influenzato Santana ed Eric Clapton.
Purtroppo non è molto conosciuto come altri chitarristi, ma tra i cultori del blues Otis ha un posto d'onore. Il suo modo di suonare, insieme a quello di Chuck Berry, ha favorito lo sviluppo del rock negli anni '60 e '70.
Basta ascoltare Lonely Man e capire che oltre al "blues" di un uomo incazzato per essere stato lasciato dalla sua ragazza (cosa comunissima nel blues riferire il 99% delle canzoni alle proprie fidanzate, mogli o amanti) sfoggia uno stile musicale tipico della metà degli anni '60. Un rock che solo i neri sono in grado di suonare.
28 aprile 2013
Il g-funk (gangsta-funk), il rap della west coast americana, sviluppatosi a partire dalla fine degli anni '80, ha avuto una notevole influenza, non solo nel modo di fare musica e nei testi, ma anche nei rapporti sociali di una bella fetta di continente americano. Il mondo delle gang, e quindi della prostituzione e della droga, è il cardine fondamentale caratteristico del g-funk, decisamente superiore al rap della est coast. E' un sottomovimento culturale nato dall'incrocio dei beat rap accompagnati da quel groove tipico del soul, del funk e del blues, sviluppatosi nei sobborghi di alcune aree ben precise e abbastanza delimitate, come la Bay Area di San Francisco, Los Angeles, nell'attivissima Seattle, Oakland ecc. Il g- funk però ha anche un'altra particolarità. E' forse l'unico movimento in cui droga e prostituzione, solo in alcuni casi, si uniscono al vangelo. Ed è li che nasce l'eternal-funk, ma questa è un'altra storia.
Too Short
Uno dei primi a far conoscere il g-funk al mondo è stato Too Short, che oggi spegne 47 candeline.
La vocazione del "gangsta" c'è la fin da piccolo. All'età di 16 anni era già un PIMP (suonerebbe come magnaccia, pappone). Droga e prostitute sembrano essere veramente alla base del g-funk. Basti pensari ai successori ben più popolari, come Snoop Dogg, Dr Dree e tanti tanti altri.
La sua vita artistica comincia nel 1985, anche se il successo arriva 4 anni dopo con lo spettacolare album Life is ...too short, che riesce a vincere per la prima volta della storia del rap 2 dischi di platino. "Don't fight the feeling" riesce a risalire tutte le classifiche, dominate al tempo ancora dal pop. Il g-funk cominciava a dominare il mercato e la faida tra west e est coast era in pieno svolgimento.
Storie raccontano che fu proprio il doppio disco di platino di Too Short ad accendere la diatriba del mercato dell'hip hop.
Nel '90 con Short dog in the house vince un altro disco di platino, nel '91 con Shorty the Pimp, da cui "In the trunk", vince un altro disco di platino. Nel '94 ennesimo disco di platino, nel '95 disco di platino, nel '96 con "Gettin in" vince il poker di dischi di platino. L'album è ormai un must del g-funk. Indovinate cosa vince nel '99 con "Can't stay away" ? Disco di platino ovviamente.
La sua carriera a questo punto si divide tra produzione di film hard, di musica e concerti da sold out in giro per il mondo.
Numeri impressionanti. 24 album, centinaia di collaborazioni eee....11 dischi di platino, più svariati primi posti nelle classifiche e qualche disco d'oro qua e la.
Questo è Too Short, l'enfant prodige del gangsta-funk.
27 aprile 2013
Qualche giorno fa abbiamo dedicato un nostro post a quel
genio di Al Green, non mancando di sottolineare come avesse inciso la maggior
parte dei propri lavori per l’etichetta Hi Records.
Ann Peebles
Proprio negli studi di
questa label troviamo, più o meno nello stesso periodo, uno dei nostri
personaggi di oggi. Il suo nome è Ann Peebles ed oggi compie 66 anni. Cantante
e autrice, ha legato la sua fama a brani come “I can’t stand the rain” e “Part time love”. Se seguite la scena r&b degli ultimi 20 anni, avrete già notato
che la prima di queste due canzoni ha ispirato Missy Elliott in “The rain (Supa dupa fly)”. E come ogni buona soul woman che si rispetti, anche l’hip hop l’ha
omaggiata con una serie di samples, tra cui ricordiamo quelli di Wu Tang Clan.
Herbie Murrell
64 invece gli anni che compie Herbie Murrell, membro fondatore
dei The Stylistics, gruppo che non ha certo bisogno di presentazioni.
Famosissimi agli inizi degli anni ’70, sono stati tra gli esponenti principali
della scena del Philly Soul, il soul di Philadelphia. Stabilmente in classifica
almeno fino al 1975, andiamo ad ascoltare il loro singolo d’esordio "You're a Big Girl Now", subito nella top ten di r&b del 1971.
Per chiudere un breve accenno ad un brano Motown che proprio il
27 aprile, nel 1963, entrava nelle classifiche americane. Il brano è a firma di
Martha and the Vandellas, di sicuro non il loro brano più rappresentativo ma che vale la pena ricordare: "Come And Get These Memories".
26 aprile 2013
Il nome del gruppo è cambiato più volte dai Royal Charms ai Gladiolas, dagli Excellos agli Zodiacs, ma il bandleader è rimasto sempre lo stesso Maurice Williams, nato il 26 aprile del 1938 in South Carolina. Esordiscono nel 1957 con il brano "Little darlin'", che nella cover dei Diamonds arriva persino a toccare il secondo posto della Billboard Hot 100.
Maurice Williams & The Zodiacs
Dopo due anni arrivano al nome definitivo degli Zodiacs e incidono "Stay", arriva diretta al primo posto, con il record di essere la canzone più corta ad aver raggiunto questa posizione, un minuto e 39 secondi!
Altro primato con il brano più breve mai entrato in una classifica ufficiale è quello del minuto e 19 secondi di "Some kind-a earthquake" del chitarrista Duane Eddy, siamo sempre nel 1959 e anche Duane è nato lo stesso giorno e anno di Maurice, Considerato uno dei migliori chitarristi di ogni tempo, ha suonato tantissimi generi, persino l'hip-hop!
E vicino all'hip-hop è lo storico gruppo delle TLC, di cui oggi la cantante T-Boz, un terzo del gruppo, compie 43 anni.
TLC
Definite uno dei migliori trio della storia della black music, debuttano nel 1992 con l'album "Ooooooohhh... On the TLC Tip" e con tre singoli tra cui "Baby baby Baby", ma il vero successo arriva nel 1994 con l'album "CrazySexyCool" e singoli da primo posto come "Waterfalls", per arrivare al successo planetario e di "No scubs" con il sound futuristico dell'album "Fanmail" del 1998. 73 sono gli anni che compie Giorgio Moroder, il compositore completamente autodidatta nato a Ortisei in Val Gardena. Comincia a produrre dischi con il nome Giorgio o George, e dopo una serie di 45 giri trova un po' di successo al Cantagiro del 1970 con "Luky Luky", per poi iniziare il suo percorso rivoluzionario fatto di elettronica e sintetizzatori!
25 aprile 2013
Nel
ricordarvi gli anniversari di nascita odierni vi parleremo quasi esclusivamente
di jazz. Nel primo caso lo faremo con Ella Fitzgerald e nel secondo con Willis “Gator”
Jackson.
Ella Fitzgerald
La Fitzgerald avrebbe compiuto oggi 96 anni, essendo nata nel 1917 (è morta
nel 2006). Di lei si conoscono vita, morte e miracoli tanto che non staremo qui
ad intrattenervi oltre il necessario se non per ricordare l’eccezionalità di un
personaggio che ha costruito la propria fama grazie ad un repertorio variegato
(jazz, blues, swing, samba) e alle sue grandi doti di intrattenitrice che ne
hanno fatto anche un personaggio televisivo. Storiche sono le apparizioni in
cui si divertiva ad imitare le suoi colleghi, Louis Armstrong su tutti. Di Lady
Ella ci andiamo ad ascoltare un brano, forse uno degli ultimi della sua
carriera spettacolare ad entrare in classifica, una cover del brano scritto da
Smokey Robinson per i The Temptations. Il brano è “Get Ready” che, per onor di
cronaca, pare la Fitzgerald fu costretta a registrare solo per onori
contrattuali.
Willis "Gator" Jackson
Il
nostro secondo personaggio è uno che si è spesso mosso dietro le quinte. Nato
nel 1932 (deceduto nel 1987), Willis Jackson ha iniziato a suonare il suo sax come session man per
importanti artisti r&b e jazz. Accompagnerà la band della diva Ruth Brown, che poi sposerà. Dagli anni ’50 si mette in proprio e si accasa alla Prestige
Records, registrando una serie di album che avranno un’influenza fondamentale
nell’evoluzione del soul jazz, iniziando una collaborazione con Jack McDuff, l’organista
che insieme a Jimmy Smith ha definito i canoni di questo nuovo stile. E se dall’album "Cookin’ Sherry" vi facciamo ascoltare il brano omonimo con McDuff all’organo,
impossibile sarebbe non linkarvi un brano come "Pool Shark", anno 1963! Tra i
suoi più improbabili estimatori ricordiamo Prince Buster, che ha citato
"Later for the gator" come una
delle prime canzoni ska. E se lo dice lui…
Chiudiamo
augurando un buon 68° compleanno a Stu Cook, bassista dei Creedence Clearwater
Revival e ricordando l’arrivo al primo posto nelle classifiche pop del 1970 del brano “ABC” dei The Jackson 5,
il primo di una lunga serie per la band di Michael Jackson e fratelli.
24 aprile 2013
Jonnhy Griffin
Un mostro sacro del jazz ci accompagna nel post serale. Lui è "the little giant" Jonnhy Griffin, nato il 24 aprile del 1928. Il sax tenore conteso dalla Blue Note e la Riverside, i colossi del jazz americano. Viene riconosciuto principalmente per i suoi assoli di prima classe e per l'uso di due contrabbassi nelle sue registrazioni. A tal punto aveva stipulato una sua teoria sull'utilizzo delle basse frequenze e sul modo che queste intervengono su certi meccanismi psicologici.
Il 22 aprile è venuto a mancare una colonna portante della black music americana, Richie Havens, il primo in assoluto a salire sul palco di Woodstock . "Una delle chitarre più funky che abbia mai sentito", parole di John Lennon. Richie è infatti il cardine tra black music e country. Connubio perfetto per un sound inconfondibile.
Ci ascoltiamo una versione di un grande pezzo "Going back to my roots", reinterpretata a modo suo da Richie.
23 aprile 2013
Uno dei due compleanni che ricorderemo oggi non
viene più festeggiato da 24 anni.
Roy Orbison
Parliamo di quello di Roy Orbison, nato in
Texas nel lontano 1936 e deceduto nel 1988, cantante e chitarrista di
rockabilly, country e pop che ha spopolato a partire dalla seconda metà degli
anni ’50 con brani come “Only the lonely” e la amata/odiata “Pretty Woman” (ma
siamo già nei ’60). Grazie alla sua voce elegante e al fascino che la sua
personalità riusciva ad esercitare (aveva sempre gli occhiali da sole!),
Orbison è considerato un maestro del rock & roll e poteva vantare tra i
suoi estimatori, personaggi illustri come John Lennon e George Harrison. Con
quest’ultimo formerà negli anni ’80 il supergruppo rock dei Traveling Wilburys
insieme a Bob Dylan e Tom Petty, con i quali registrerà un solo album, prima
che un attacco cardiaco se lo portasse via.
"Narada" M.W. con Whitney Houston
"Narada" Michael Walden è vivo e vegeto e compie 61 anni. E’ stato ed è
tuttora uno dei massimi produttori, oltre che batterista ed arrangiatore, che la musica abbia conosciuto negli ultimi
trent’anni. I suoi interessi hanno spaziato dal jazz alla fusion, dal r&b
al pop fino ad arrivare al rock. Ha scritto un brano per Aretha Franklin che
gli è valso il riconoscimento come miglior canzone dell’anno nel 1985 (il brano
è “Freeway of love”). Ha scritto inoltre innumerevoli colonne sonore e ha
collaborato con artisti del calibro di Diana Ross, Ray Charles, Whitey Huston e
Al Green, del quale vi facciamo ascoltare “Your Heart's in Good Hands”, singolo
estratto dall’album omonimo del 1995.
22 aprile 2013
Giornata densa di nascite illustri questo 22 aprile. Ricorderemo un po' di nomi e per ognuno citeremo un brano che vale la pena di ascoltare!
Ma prima di tutto vi ricordiamo che 35 anni or sono debuttavano i Blues Brothers al Saturday Night Live con una cover del brano di Sam & Dave "Soul man".
Andiamo per ordine cronologico e cominciamo con il cubano ma adottivo della Jamaica:
Laurel Aitken
Laurel Aitken, conosciuto anche come il "Padrino dello Ska" nato nel 1927 e deceduto il 22 luglio dei 8 anni fa, un pezzo storico è sicuramente "Boogie in my bones", una delle prime produzioni di quel genio di Chris Blackwell e della sua etichetta appena fondata nel 1958!
Da un padrino passiamo a un padre, ed è il "Padre del Latin Boogaloo", il suo nome è Joe Cuba, nato nel 1931 e morto il 15 febbraio del 2009, noto con il suo gruppo Joe Cuba Sextet di cui vi facciamo ascoltare una chicca "Ooh! Ah!".
70 sono gli anni che compie oggi Mel Carter, semisconoscito artista ma che avendo collaborato e inciso per Sam Cooke, per noi di STSD vale la pena ricordare, infatti il brano che vi proponiamo è scritto da lui insieme a Sam: "When a boy falls in love".
Demetrio Stratos
Chiudiamo con un naturalizzato italiano, nato in Egitto da genitori greci, tra le voci più importanti della nostra storia, il suo nome è Demetrio Stratos. Prima nei Ribelli, poi negli Area e infine solista al fianco di personaggi internazionali quale John Cage. Colpito da una rara forma di anemia aplastica a 34 anni morirà, il 13 giugno 1979. Visto che in rete è disponibile questo suo fantastico documentario ve lo linkiamo: "Suonare la voce"
21 aprile 2013
"to be young, gifted and black
oh what a lovely precious dream,
to be young, gifted and black
open your hearth to what i mean..."
Questo è l'intro di uno dei brani più famosi della storia sociale americana. Un inno scritto da Weldone Irvine ed interpretato da sua maestà Nina Simone, che purtroppo oggi ricordiamo nel suo decimo anniversario di morte.
Di lei abbiamo ampiamente parlato nel post del 21 febbraio, ma oggi lo faremo in modo diverso, più privato, ascoltando e leggendo chi era veramente Nina Simone.
Nata il 21 febbraio 1933 a Tryon nel
North Carolina (USA), Eunice Kathleen Waymon era la sesta di otto figli.
Dall'età di sette anni suonava il piano e l'organo e cantava con le sue
sorelle all'oratorio della chiesa. Ma il pregiudizio razziale che era
endemico nel profondo sud negli anni '40 l'ha condizionata per molto
tempo. Successivamente ha descritto come l'evento formativo della sua
vita uno spettacolo in cui, a 12 anni, suonava il piano della biblioteca
locale, ed ai suoi genitori è stato chiesto di restare in piedi nella
parte posteriore della sala in quanto "neri".
Nina Simone
Con il contributo finanziario della Comunità di colore locale, che ha
partecipato con orgoglio collettivo al suo precoce talento, è stata
iscritta al collegio delle ragazze ed alla scuola di Juilliard di musica
a New York. Il suo addestramento classico si è bruscamente fermato a 21
anni, quando gli è stata rifiutata una borsa di studio dalla "Curtis
School of Music in Philadelphia." Per necessità ha accettato un lavoro
al "Midtown Bar and Grill", di Atlantic City nel luglio del 1954. Per la
prima notte ha suonato musica classica e gospel al piano senza aprire
bocca. La notte seguente Harry Seward, il proprietario del locale, le ha
chiesto di cantare oppure di trovarsi un'altro lavoro. Ha cominciato
così, con riluttanza, una carriera di cantante dedicandosi tre anni dopo
al jazz e al blues. "Sono dove avete sempre desiderato ma non sto suonando Bach," ha scritto una volta ai suoi genitori.
Cantando il gospel, il jazz e il blues, ha poi lavorato
per parecchie case discografiche mentre, a partire dal 1963, ha iniziato
a lavorare stabilmente con la Philips (sette album in quattro prolifici
anni). E' in questo periodo che ha registrato alcune delle sue canzoni
più incisive che si sono
trasformate in un inno per i diritti civili.
Nina Simone ha infatti lasciato l'America alla fine degli anni '60,
accusando sia il "FBI" che la "CIA" di non essersi mai seriamente
preoccupati del problema del razzismo. Per i 25 anni successivi ha
girato il mondo, vivendo alle Barbados, in Liberia, in Egitto, in
Turchia, in Olanda ed in Svizzera prima che si fermasse a
Aix-en-Provence nel 1994. Qui ha posseduto la sua prima casa. In seguito
al polemico abbandono dell'America, i suoi album sono usciti
sporadicamente, come "Baltimore" nel 1978.
Quando una nota casa produttrice di profumi
ha usato "My baby just cares for me" per un annuncio alla televisione,
una nuova generazione ha scoperto la sua musica e lei si è trasformata
in una'icona del jazz degli Anni'80.
La cantante afroamericana si è sposata due volte, ha avuto una figlia
e ha condotto una difficile vita personale. Ha avuto rapporti difficili
con una serie di uomini potenti e spesso violenti. In una sua
autobiografia, "I put a spell on you", ha raccontato come è stata
picchiata dal suo manager e marito Andrew Stroud. In Liberia, dove ha
vissuto per quattro anni, aveva intrapreso un rapporto con Earl Barrowl,
Primo Ministro delle Barbados. Verso la fine degli anni '70 è stata
assalita dall'uomo con cui viveva tanto che è dovuta andare
all'ospedale. Successivamente è stata compagna di C.C. Dennis, un
importante politico locale, con conseguenze ugualmente infelici. Tant'è
vero che nel 1980, quando lei era fuori dal Paese, suo marito Dennis è
stato ucciso dalla pallottola di un criminale.
Intorno alla sua vita privata circolano comunque decine di aneddoti.
Pare che abbia annullato un concerto a Londra senza avviso perché
"turbata" per una ferita occorsa al suo cane: o che, nel 1988, abbia
chiuso un meeting tirando un coltello. Nel 1996, invece, è stata
spiccata contro di lei una sentenza dai magistrati francesi per avere
sparato in aria con un fucile, allo scopo di spaventare due ragazzi che
giocavano nella piscina di una villa accanto alla sua. Ma Nina Simone ha
comunque continuato a proporre performance memorabili, l'ultima delle
quali in Gran Bretagna nel mese di agosto 2001 al Festival di
Bishopstock. Anche se ha ammesso pubblicamente di esibirsi soltanto per
soldi, è stata acclamata dal pubblico ancora una volta con enorme
calore.
Purtroppo primao poi arrivaper tutti il momento di lasciare la vita terrena per diventare una stella del firmamento della black music.
20 aprile 2013
Una figura particolare da celebrare oggi a Save the Soul Date, Luther Vandross, che nasceva il 20 aprile 1951 per lasciare questa terra il primo luglio del 2005.
Osannato da tantissimi artisti e dj, ha venduto un quantitativo importantissimo di dischi, che in
Luther Vandross
base alle fonti spazia dai 25 ai 40 milioni (!). Inizia la sua carriera con un brano fortunatissimo "Hot butterfly" per la band dei Bionic Boogie di Cregg Diamond, per poi nel 1980 passare nei Change, formazione italo-americana, di "Glow of love", brano ripreso per una famosa hit dance.
Nel 1981 il primo album solista con un brano importantissimo: "Never too much" remixato nel 1989 con una fortunatissima versione house.
Sarebbero stati 90 oggi gli anni di Tito Puente, se un arresto cardiaco no ce lo avesse portato via il primo giugno del 2000.
Stephen Marley
Il "Re delle timbales" realizzò più di 100 album e scrisse più di 400 composizioni nel corso di una carriera durata 50 anni. Tra queste si annovera la canzone "Oye Como Va", del 1963, di cui Carlos Santana incise nel 1970 una cover che riscosse uno strepitoso successo mondiale.
Chiudiamo il post di oggi con i 41 anni di Stephen Marley, figlio di Bob e ottimo musicista anche egli, insieme a l fratello Damian sicuramente quello che meglio sta interpretando la lezione del padre! Sempre vicino alle nuovo sonorità dell'hip-hop come testimoniato da uno dei suoi pezzi più riusciti "Hey baby".
19 aprile 2013
Il post di oggi comincia con una bella sorpresa: i 56 anni che Afrika Bambaataa compie oggi! Immaginavamo che non fosse giovanissimo, ma sicuramente non vicino ai 60. Nato nel Bronx di New York, come Kevin Donova, tanti sono i meriti che gli vengono riconosciuti: da quello di essere il "godfather" dell'hip-hop a quello di essere uno dei 3 dij ad aver creato il break-beat djing a quello di essere uno dei padri della musica electro-funk con brani come "Planet Rock".
Afrika Bambaataa
Fondatore della Zulu Nation una comunità connessa all'hip-hop continua a proporre tutt'ora i suoi dj set in giro per il mondo, assolutamente da non perdere, per vedere all'opera la maestria e l'esperienza di un dj all'opera da circa 40 anni!
Come sempre qui a STSD capita di festeggiare le date di nascita e di ricordare tristemente quelle di morte, è il caso dei 3 anni oggi dalla scomparsa del rapper Guru, al secolo Keith Edward Elam, nato il 17 luglio 1961, il suo nome è un acronimo che sta per "Gifted Unlimited Rhymes Universal".
Guru
Nel 1987 forma i Gangstarr che con i primi brani prodotti da Mark The 45 King non riscuote grande successo, è l'arrivo di Dj Premier e la pubblicazione dell'Ep "No more Mr. Nice Guy" a farli decollare verso una carriera stellare nel mondo dell'hip-hop. Dal 1993 realizza anche dei porgetti paralleli: "Jazzmatazz" che riscuotono notevole successo anche al di fuori del circuito della black music. Chiuso il progetto Gangstarr comincia una carriera solista, con il produttore Solar, che non avrà molta fortuna al punto da portarlo alla morte per complicanza da arresto cardiaco il 19 aprile del 2010. Un brano commemorativo firmato da Talib Kweli e Marco Polo insieme al vecchio socio Dj Premier è stato pubblicato ieri, va lo facciamo ascoltare!
Altro personaggio a compiere i suoi 69 anni oggi è Bernie Worrell, tastierista e compositore della prima ora per la formazione dei Parliament/Funkadelic di George Clinton, nonchè collaboratore dei Talking Heads. il suo debutto alle tastiere è su un pezzo storico: "Flash light"!
18 aprile 2013
Il post di oggi potrebbe prendere tre diverse direzioni: la prima è quella di parlare di un musicista che ha influenzato e quasi creato dei generi musicali, la seconda è quella di parlare di un importante gruppo che ha trainato il sound degli anni 70 negli 80 e la terza quella di parlare del giro di basso probabilmente più importante della storia della musica! Quale sia la direzione che vogliamo percorrere il nome da citare in questo giorno sarebbe sempre lo stesso: Bernard Edwards!
Bernard Edwards
Infatti il bassista, nato il 31 ottobre 1952 a Greenville e cresciuto a Brooklyn, ha tutte queste caratteristiche, membro fondatore degli Chic, insieme a Nile Rodgers, gruppo che ha influenzato la dance music, è sempre lui che ha suonato il giro di basso di "Good Times" il brano stra-popolare e stra-usato che ha fatto la fortuna di tantissimi gruppi. Nei primi anni 70 incontra Nile Rodgers con il quale forma un gruppo Big Apple Band attiva dal '72 ed incidono brani come "Party and get on down", dopo questa esperienza i due si persero di vista per un po' per ritrovarsi e formare gli Chic. L'esordio del 1977 è subito un classico: "Dance, dance, dance" e gli apre le porta dell'Atlantic Records, di li segue una maga hit ogni album/anno il 1978 è la volta di "Le freak", il 1979 arriva "Good Times" e qui la "musica" cambia, il brano ispira direttamente i Queen di "Another one bites the dust" e Blondie di "Rapture" e soprattutto diventa la base per il primo brano da una performance di un Dj ovvero "Adventures on the Wheels of Steel" di Grandmaster Flash e infine per "Rapper's Delight" degli Sugarhill Gang, di fatto il primo brano Rap ad essere stato registrato! Inutile ribadire l'importanza di questo bassista nell'evoluzione della musica mondiale al quale il destino ha giocato un brutto scherzo...la sua morte. Il 18 aprile 1996 viene chiamato per una performance in Giappone con gli Chic, Bernard si sente male prima di salire sul palco ma Nile Rodgers insiste affinché lui suoni, accetta ma finito il concerto si ritira nella camera d'albergo dalla quale non ne uscirà vivo!
17 aprile 2013
E' il giorno dei cattivi su STSD.
Sono due i personaggi che ci accompagnano in questo pomeriggio del 17 aprile. Il primo è uno dei più importanti e famosi personaggi dell'hip hop mondiale, Redman, il secondo è un personaggio che per certi versi non ne varrebbe nemmeno la pena di parlare, Sizzla.
Redman
Reggie Noble, nato nel 1970, prende il nome di Redman da una simpatica avventura di quando era bambino. E' bastata una palla di neve in faccia ed un simpatico nomignolo datogli da un'amica per trasformare per sempre il nome Reggie in Redman, anche se poi durante la sua lunga carriera ha usato numerosi altri pseudonimi, Funk Doc, Scoopaman Loova, Red, Doc...
Il suo stile unico di slangare rappando lo ha confermato per parecchio tempo come uno dei migliori rapper in circolazione. Frasi veloci ed un flow da paura, anche se con contenuti non sempre tipici si potevano ascoltare sin dal suo primo album da solista del 1992, Whut?.
Le numerose collaborazioni con altri geni del rap, come Method Man, Busta Rymes, Das Efx, con il collettivo Def Squad, hanno portato alla vendita di milioni di dischi in tutto il mondo, sopratutto in stati non troppo amanti del rap, come l'Inghilterra.
Più giovane di 6 anni è invece Miguel Orlando Collins, o meglio Sizzla. Intorno al personaggio sono in atto tutt'ora diatribe politico-culturali.
Sizzla
Anche se è uno dei più famosi cantanti giamaicani del nostro tempo, non gode di buona visione, sopratutto all' interno estremista dei cultori della musica antilliana. Numerosi suoi successi vengono pompati dai suond system di quasi tutte le dancefloor mondiali, anche se il suo successo è accompagnato da un credo sociale troppo maschilista ed omofobo. Purtroppo anche questo è un problema culturale italiano: non capire l'inglese. Nella maggior parte dei suoi brani sono presenti l'istigazione al maschilismo, l'offesa alla persona e, ai diversi, come definisce lui gli omosessuali, le lesbiche e i trans, oltre ad una buona dose di razzismo che non fa proprio parte del vero linguaggio biblico del Kebra Nagast. Forse è anche stato uno dei primi ad usare il famoso termine "Bomboclat", che letteralmente deriva da boomboomclawt, che tradotta in italiano sarebbe l'equivalente di "pezzo di m...a", "testa di c....o", non proprio belle parole per uno che dovrebbe trasmettere il messaggio universale in giro per il mondo. Questi atteggiamenti di odio verso gli omosessuali, le lesbiche, i trans ed anche verso i bianchi, lo hanno costretto a dover rinunciare a numerosi concerti in giro per il mondo proprio per problemi di ordine pubblico. Dopo il risveglio delle coscienze del popolo amante del reggae e di tutti i suoi derivati, numerosi artisti hanno aperto le porte ad un programma di protezione e di rispetto verso i vari e diversi pensieri che ormai fanno parte della cultura mondiale. Così Sizzla, insieme ad altri artisti omofobi e razzisti come Buju Banton e Bennie Man, hanno firmato un protocollo denominato "reggae compassionate act" in cui è scritto che qualsiasi forma di violenza psicologica, omofoba e razzista presente in un brano pubblicato dal 2009 in poi sarebbe costato la non produzione del brano e dell'album collegato. Purtroppo i risultati sono ancora troppo scadenti.
16 aprile 2013
I due personaggi di oggi hanno due cose in comune. La prima è, naturalmente, il giorno in cui sono nati, mentre la seconda, più curiosa, è l'anno di nascita. Sarebbe superfluo aggiungere che entrambi erano afro-americani.
Roy Hamilton
Iniziamo con Roy Hamilton, classe 1929, prototipo del belloccio con la voce potente, capace di mettere d'accordo bianchi e neri in un'America che viveva ancora il dramma della segregazione al sud. Hamilton lo conoscerete, magari a vostra insaputa, per il brano "Unchained melody" reso famosissimo qualche anno dopo la sua interpretazione dai The Righteous Brothers. Negli anni '50 è stato un modello per Elvis e Jackie Wilson, passando dalle ballate r&b del brano sopra ricordato al rock & roll di "Don't let me go" per arrivare, verso la fine della carriera, ad immaginarsi un soul tutto suo. Il brano "Reach out for me" è diventato per esempio un classico del northern soul. Muore alla fine degli anni '60. Il secondo personaggio è Ed Townsend, anche lui classe 1929 (e deceduto nel 2003). Townsend non è mai stato un cantante a tempo pieno. Negli anni '50 ci prova con un paio di brani per la Capitol Records, tra i quali ricordiamo "For your love".
Ed Townsend
Si darà poi alla scrittura con un brano per Jimmy Holiday, "How can I forget", che Ben E. King riprenderà in seguito. Seguirà per un periodo la carriera di Theola Kilgore, cantante gospel, prima di ritagliarsi il suo spazio nella storia del soul curando la scrittura di una hit come "Let's get in on" in coppia con Marvin Gaye che gli chiederà di co-produrre l'intero album omonimo.
Infine un breve accenno, per onor di cronaca, alla nascita di Dusty Springfield, di cui abbiamo però già parlato in un post di qualche tempo fa.
15 aprile 2013
Come ogni buon genere musicale che si rispetti, anche il blues e il jazz hanno avuto i propri beniamini.
Bessie Smith è una di questi.
Louis Armstrong con Bessie Smith
Nata il 15 aprile del 1894, la Smith è stata la
prima stella nell’epoca di massimo splendore per il jazz e il blues. Ottiene il
primo contratto discografico già nel 1912 e 10 anni dopo era una star
in tutto il sud degli Stati Uniti. Registrerà per la Columbus il brano “Down hearted blues”, che venderà quasi un milione di copie, una cifra incredibile
per gli anni ’20. Collaborerà anche con Louis Armstrong registrando “Nashville woman’s blues” e “Saint Louis blues”, quest’ultimo diventato anche un
cortometraggio (parte 1 e parte 2) con Bessie come protagonista. Muore nel 1937 a causa di un
incidente stradale lasciando al mondo un’eredità che condizionerà in maniera
indelebile le più grandi artiste del mondo pop e soul.
Clarence Satchell
Il 15 aprile
è anche il giorno in cui nasceva Clarence Satchell, sax e chitarra del gruppo
funk The Ohio Players. Nato nel 1940, già negli anni ’60 era attivo nei
precedenti The Ohio Untachables che si erano distinti per essere il gruppo di
accompagnamento dei The Falcons, gruppo vocale nel quale militarono Wilson
Pickett ed Eddie Floyd. Diventati The Ohio Players, negli anni ’70 saranno uno
dei gruppi di riferimento della scena funk, scrivendo e piazzando in classifica
alcuni dei brani più rappresentativi del nuovo corso della musica soul. “Funky Worm” era il loro primo 45 giri di successo, diventato disco d’oro nel giro di
niente. Stessa storia vale per i classici “Fire” e “Love rollercoaster”. Muore
nel 1995 a causa di un aneurisma.
Chiudiamo con
una curiosità. Il 15 aprile del 1968 veniva registrato uno degli inni
femministi più famosi di sempre. Il brano era “Think” di Aretha Franklin,
scritto in coppia con sua marito Teddy White. Il singolo verrà licenziato per l’Atlantic
il 2 maggio dello stesso anno, diventando un successo r&b nel giro di una
settimana e un classico intramontabile del soul.
14 aprile 2013
Giornata magra di eventi e date importanti quella del 14 aprile.
Come spesso ripetiamo, la storia della musica e quella del cinema e della pubblicità, hanno sempre avuto un feeling particolare. Ricordate Full Monty? ricordate la colonna sonora? Conoscete gli Hot Chocolate?
Oggi compie 65 anni il co-fondatore e tastierista Larry Ferguson.
Larry Ferguson a destra
L'avventura del gruppo comincia con una cover di John Lennon, "Give peace a chance". Il loro successo più grande ed importante è di certo un brano che conoscono anche le pietre, anche se nella loro discografia si possono trovare anche altri brani, che però non hanno mai sfondato il tetto delle classifiche.
13 aprile 2013
La nostra storia di oggi ha inizio a Forrest City, Arkansas, quando un padre dalla fede religiosa incorruttibile sorprende un ragazzino ancora adolescente ad ascoltare un disco del diavolo asceso in terra Jackie Wilson. Quel ragazzino oggi compie 67 anni e il suo nome è Albert Greene, meglio noto come Al Green o "Reverendo del soul" se preferite.
Al Green nella prima metà degli anni '70
Dopo quella esperienza si dedicherà anima e corpo alla musica secolare diventando una delle icone fondamentali del soul. Al Green (a differenza di Sam Cooke che la "e" se l'aggiunse al cognome, Al decide di farne a meno) muove i suoi primi passi nel complesso dei The Creations/Al Greene & The Soul Mates dando alle stampe un 45 giri dal nome "Back up train" senza però riuscire ad imporsi su pubblico e critica fino a quando, scovato in un locale di provincia, riesce a farsi mettere sotto contratto per la Hi Records, l'etichetta che dettò legge al sud dopo che la Stax iniziava a dare i primi segni di cedimento. Con la Hi farà il botto. Affiancato dai migliori musicisti dell'epoca, i successi arriveranno uno dietro l'altro. Dopo una cover della celeberrima "My Girl", Al Green si consegnerà all'immortalità con un brano che lo rappresenterà per sempre. Parliamo naturalmente di "Let's stay together", scritta in coppia con un tale, si fa per dire, Al Jackson, il batterista degli MG's di Booker T che si era guadagnato a forza di bacchettate il nome di The Human Timekeeper. Il brano rimase in classifica qualcosa come 16 settimane e lui diventa un mito! Tra il 1971 e il 1977 piazza 13 singoli nei top 40 e vende la cifra impressionante di 30 milioni di dischi in tutto il mondo. Gli esempi si sprecano. Uno su tutti "Love and Happiness", ma anche "I'm still in love with you", "Let's get married", "Here I am" e "L-O-V-E", tutti usciti come singoli. I long-playing non sono da meno, vedi "Livin' for you" da cui vale davvero la pena ascoltare "Free at last".
All'apice del successo però accade l'imprevedibile. La moglie si suicida dopo averlo ustionato e lui la prende come una punizione divina per aver abbandonato la retta via. Alla fine degli anni '70 si converte al Cristianesimo e mette la sua voce al servizio del signore, abbandonando il pop per darsi al gospel. Il pubblico non gradisce, la critica lo acclama. Negli anni '80 ritorna alla musica secolare con alcuni duetti, come quello in coppia con Annie Lennox, "Put a little love in your heart" fino ad arrivare a giorni recenti quando nel 2008 pubblica un album per la Blue Note Records prodotto dal batterista dei The Roots, dal nome "Lay it down" dal quale viene estratto il singolo omonimo.